Mentre a livello nazionale il Partito Democratico deve fare i conti con la profonda spaccatura interna che deriva dalle indicazioni sul Capo dello Stato, a livello locale il Pd è agitato (anche) dalle voci sempre più insistenti di dimissioni anticipate del segretario provinciale Vittorio Silva. Voci sulle quali peraltro si fatica poco ad avere delle conferme da parte di esponenti democratici piuttosto in vista dato che lo stesso segretario lo avrebbe confidato a più d’uno dei maggiorenti. In buona sostanza il segretario avrebbe intenzione di abbandonare la (scomoda) sella del partito quanto prima, al più tardi entro la fine dell’estate, e comunque prima che si celebri il prossimo congresso (che dovrebbe aver luogo entro la fine dell’anno) prospettando dunque all’orizzonte un periodo di interregno con un eventuale segretario-ponte. Quello che, in verità, all’inizio doveva essere lo stesso Silva, ma che invece da tre anni cammina con una bella zavorra sulle spalle: un partito in cui non c’è mai pace, dove i conflitti interni si consumano anche quando si vota per il coordinatore della parrocchia. Silva non ne può più e non vede l’ora di mollare. Anche perché l’ex dirigente della Provincia aveva temporaneamente abbandonato il prestigioso e remunerativo incarico nell’ente di via Garibaldi convinto che la segreteria potesse costituire il viatico per incarichi di maggior prestigio. I fatti non gli hanno dato ragione. Diciamo che l’aver scommesso su Bersani, come per la verità hanno fatto in tantissimi, non gli ha portato fortuna. Anche per questa ragione Silva sta pensando seriamente a un ritorno in Provincia (i contatti con l’ente son già avviati). Che le dimissioni arrivino in anticipo sulla data del congresso sembra ormai pressoché scontato.