«Siamo preoccupatissimi per l’allarme lanciato in questi giorni in Olanda sul possibile uso di carne di cane e di gatto per confezionare alimenti destinati al consumo umano. Se già non fosse bastata questa preoccupantissima deriva delle filiere del cibo industriale che hanno recentemente frodato i cittadini inserendo carne di ogni specie animale – tra cui anche il cavallo -, ora si aggiungerebbe un ulteriore e grave reato: quello dell’utilizzo di specie di animali d’affezione. Evidentemente il problema non è specista e se sia etico o meno il consumo di una mucca piuttosto che di un cavallo,ma di una evidente e gravissima violazione delle normative vigenti nel settore alimentare. Abbiamo il fondato sospetto che gli stessi “ingredienti” siano utilizzati presumibilmente anche per la produzione del pet food, come già scoperto in passato negli Stati Uniti per prodotti importati anche in Europa». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali che ha chiesto al Ministero della Salute e ai Carabinieri del Nas di procedere con controlli al tappeto per verificare che i cibi destinati all’uomo e agli animali vengano prodotti a norma di legge.
«Il dilagare degli “scandali alimentari” – aggiunge il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri – dimostra che questo tipo di frodi è solo uno degli aspetti di una problematica più generale: l’uccisione di animali per soddisfare il nostro presunto fabbisogno alimentare. Dire di no alla carne è l’unico modo per salvare la vita a milioni di esseri viventi e risparmiare loro terribili sofferenze. Dire di no alla carne, inoltre, è lo strumento più efficace non solo per prevenire le cause della contraffazione ma, come dimostra la letteratura scientifica, per garantire a tutti noi un’alimentazione più salutare, più sostenibile dal punto di vista della gestione delle risorse, meno inquinante e accessibile a tutti gli abitanti del Pianeta».