L’assessore alle Società partecipate Francesco Timpano, prendendo atto della delusione manifestata dal Comitato Acqua Bene Comune nei confronti dell’Amministrazione cittadina, tiene a precisare alcuni punti nodali in merito al processo di ripubblicizzazione dell’acqua nelle politiche del Comune di Piacenza. “L’applicazione del risultato del referendum sui servizi pubblici locali, nel rispetto della volontà popolare espressa da milioni di italiani e ratificata da una sentenza della Corte Costituzionale, è inserita tra le linee programmatiche del nostro mandato amministrativo” esordisce.
IL COMUNICATO DI FRANCESCO TIMPANO
“L’applicazione del risultato del referendum sui servizi pubblici locali, nel rispetto della volontà popolare espressa da milioni di italiani e ratificata da una sentenza della Corte Costituzionale, è inserita tra le linee programmatiche del nostro mandato amministrativo. Non è certo un caso: sin dall’insediamento di questa Giunta, in risposta a un’interrogazione consiliare nel mese di luglio, abbiamo annunciato con molta chiarezza che intendiamo fare una valutazione seria sulla modalità più opportuna e conveniente di gestione del servizio idrico”. “Tre – spiega – sono le alternative possibili: la gestione pubblica, tramite azienda consortile o in house; la costituzione di una società mista con scelta del partner industriale; la riattivazione della gara per selezionare l’affidatario del servizio. Su questo tema confermiamo la volontà, nel pieno interesse della collettività, di procedere ad approfondimenti tecnici prima di avviare il dibattito politico, favorendo la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. Nel frattempo, il Consiglio locale di Atersir ha dato il via a un percorso tecnico di confronto sulla stessa questione: in quella stessa sede, nella riunione del 28 marzo, a nome dell’Amministrazione ho sollecitato e approvato, proprio per la sua coerenza con la nostra posizione a riguardo, l’attivazione di questo iter che, non appena ne saranno definiti i dettagli, ci consentirà di riprendere anche il nostro processo partecipativo già annunciato e previsto, evitando però inutili sovrapposizioni. In ogni caso, il Comune di Piacenza darà il proprio contributo in modo propositivo e concreto – aggiunge Timpano – perché interessato in primo luogo a una gestione del servizio che assicuri efficienza, economicità e il mantenimento del profilo di investimenti previsti dal Piano d’ambito, che il gestore, almeno fino al 2010, aveva onorato”.
“A prescindere dal proprio ruolo di socio di Iren – prosegue l’assessore – l’Amministrazione comunale condivide l’insoddisfazione delle altre municipalità in merito alla gestione del servizio idrico attuata dall’azienda, che ha drammaticamente diminuito gli investimenti sul territorio negli ultimi due anni. Una critica che, pur considerando le difficoltà economiche legate al periodo di crisi, abbiamo già ampiamente espresso nelle sedi opportune. Senza dimenticare, peraltro, che essendo scaduto il periodo di affidamento, ogni Comune deve necessariamente decidere sotto quale regime intenda garantire il funzionamento dei propri servizi pubblici locali”.
L’assessore Timpano conclude con una nota “importante per sgombrare ogni equivoco. Il Comitato sostiene che, durante l’audizione dell’assessore Tutino della Provincia di Reggio Emilia, si sia affermato che le soluzioni pubbliche si sottraggono al Patto di stabilità (che, come sappiamo, limita la capacità di indebitamento dei Comuni che è cruciale per la ripubblicizzazione del servizio idrico). A mio personale parere, da un punto di vista tecnico, anche le soluzioni pubbliche sono da considerarsi come sottoposte al Patto, con la sola differenza che si attende un decreto che ne stabilisca i criteri di applicazione: ci si potrebbe inserire in una fase di vuoto normativo, con il rischio che ciò venga contestato dalle autorità di vigilanza. Personalmente mi auguro che le norme di Patto di stabilità vengano allentate, soprattutto in riferimento a questo tema, ma la situazione della legislazione vigente è quella sopra illustrata”.