Vittorio Sgarbi torna ad occuparsi di Piacenza, passando per Roberto Reggi. E, come gli è accaduto negli ultimi tempi, lo ha fatto criticando aspramente la sua gestione della città quando era sindaco. L’ultima frecciata questa sera, durante la trasmissione “Servizio Pubblico” su La7. Il dibattito era sul prossimo governo e le ipotesi, vista l’incertezza del momento, erano parecchie. Una di queste, che Matteo Renzi possa prendere le redini del Pd e di un esecutivo trasversale se Bersani dovesse fallire. “Sapete chi è il braccio destro di Renzi? – ha chiesto alla platea Sgarbi – quello che ha distrutta la sua città con le rotonde”. Ma il critico d’arte, spesso prestato alla politica, non è persona da peli sulla lingua, così ha aggiunto: “A Piacenza hanno Villa Serena, sapete cosa gli ha costruito davanti Roberto Reggi? Una tengenziale. Per impedire che il paesaggio e la natura fossero legati alla villa. Dei deficenti, delle capre ignoranti. Capaci solo a fare rotatorie. Buttano i soldi in rotatorie. Sono degli idioti. E lui è un sindaco che ha sostenuto Renzi. Bersani si merita questo. Reggi è stato il peggior sindaco d’Italia e ha rovinato una città che era bellissima”.
Più recentemente Sgarbi, quando Reggi fu escluso dal listino bloccato del Pd per entrare in Parlamento non gli risparmiò le solite critiche: “Ha distrutto Piacenza con le sue rotatorie, e sono contento che sia messo nella condizione di non fare più certe cose” disse.
L’astio di Sgarbi verso reggi viene da lontano. Il primo scontro prende le mosse dalle dichiarazioni rilasciate da Sgarbi il 23 settembre del 2005 ad una trasmissione radiofonica condotta da Charlie Gnocchi sull’emittente nazionale Rtl 102,5. Sgarbi aveva insultato pesantemente Reggi, definendolo tra l’altro: “Testa di c…, faccia di m…, pornografo, e meritevole di essere preso a calci in c…”. Una sequenza di insulti che si richiamavano alla nota vicenda di Villa Serena. Reggi acquisì la registrazione del programma e querelò Sgarbi. Dopo una lunga istruttoria e quasi due anni di processo (durante il quale sono stati sentiti quali testi, lo stesso Reggi e l’allora consigliere Giorgio Cisini), è arrivata la sentenza: condanna per diffamazione a 6 mesi di reclusione che non avrebbe scontato, non grazie all’indulto ma come precisa in una nota il suo avvocato Paolo Cicconi, Sgarbi non poteva scontare alcuna pena in quanto la condanna non risulta ancora passata in giudicato.
Di seguito la nota del suo avvocato: “Pur essendo vero che per tali dichiarazioni Sgarbi è stato condannato dal Tribunale di Monza per diffamazione contro il dr. REGGI a mesi sei di reclusione, non è assolutamente vero che “tale condanna non è stata scontata grazie all’indulto. La condanna detentiva è stata sostituita con € 6.840,00 di multa, pena poi dichiarata dal Giudice di Monza interamente condonata ai sensi dell’art. 1 della legge n. 241/06. Inoltre, tale condanna non risulta ancora passata in giudicato essendo, infatti, ancora pendente il giudizio di secondo grado davanti alla Corte di Appello di Milano. Ne consegue che, allo stato attuale, Sgarbi non risulta colpevole di nessuna diffamazione e, quindi, anche ove non fosse stato applicato l’indulto il mio assistito non poteva scontare alcuna pena posto che la condanna a cui voi avete fatto riferimento non risultava ancora passata in giudicato”.