La proposta di legge presentata ieri dall’onorevole Vittoria Brambilla (Pdl), ha colto tutti di sorpresa: “riconoscere cavallo, asino, mulo e bardotto come animali da compagnia, vietando la macellazione, il consumo e la vendita della carne equina” si legge nella proposta presentata dalla deputata in rappresentanza della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente.
Ma a Piacenza i pubblici esercenti storcono il naso: “Una cavolata” – per Francesco Bosi, titolare della trattoria La Carrozza, che fa della piccola di cavallo uno dei suoi piatti forti.” La notizia circola ormai da un anno” – ha continuato – “ma non vedo alcuna differenza tra il cavallo e altri animali, come il maiale o la gallina. Poiché noi uomini siamo onnivori, mangiamo di tutto e ad essere onesto dovrei ammettere che, ben allevato, il maiale è il miglior animale da compagnia, ancora più del cane”.
A fargli eco, Carlo Pastore, della Antica trattoria dell’angelo di via Tibini: “Si è sempre mangiata la carne di cavallo. Se la legge dovesse passare sarei costretto a chiudere, perché il menù del ristorante è incentrato sulla carne di cavallo e asinina”.
Per Valter Cappellari, proprietario di una macelleria equina in via Genocchi, si tratta di una “proposta inaccettabile per i lavoratori del settore. Ho aperto l’attività da soli quattro anni e devo ancora ammortizzare le spese. Se passasse la legge sarebbe un disastro”.