Diga del Brugneto: “La Regione apra un tavolo di confronto con la Liguria”

“Grazie all’impegno degli assessori regionali Simonetta Saliera e Paola Gazzolo sono già stati avviati i contatti con la Regione Liguria, ora questo atto approvato dall’assemblea rafforza ancora di più il mandato per arrivare a un nuovo accordo sul rilascio delle acque del fiume Trebbia”. Commenta così il consigliere regionale del Partito Democratico Marco Carini l’approvazione a maggioranza che l’assemblea regionale ha accordato alla sua risoluzione per l’istituzione di un tavolo politico e tecnico chiamato a ridefinire la concessione di derivazione dell’acqua del Brugneto. “Si tratta di un’indicazione importante – fa notare – che vincola la Regione Emilia Romagna ad avviare una stagione di negoziato, per farsi interprete delle aspettative manifestate dagli amministratori e dai rappresentanti delle comunità della Val Trebbia in un documento approvato nei consigli comunali e portato all’attenzione diretta del presidente Vasco Errani, in occasione della sua più recente visita a Piacenza”.

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Nella risoluzione si chiede alla giunta regionale di farsi promotrice dell’istituzione di un tavolo politico e tecnico chiamato a ridefinire la concessione di derivazione dell’acqua del Brugneto, al quale partecipino sia le istituzioni emiliano-romagnole che quelle liguri, e le associazioni ambientaliste e di categoria coinvolte. “E’ necessario arrivare – sottolinea Carini – al ripristino di un livello adeguato di rilascio delle acque, innanzitutto per la tutela dell’ecosistema del corso d’acqua, e poi per  far tornare il fiume un punto di riferimento per tutte le vocazioni della valle, sia per l’agricoltura che per il turismo e le attività connesse”. 

“La Regione Emilia Romagna deve avere un ruolo guida – continua – nel negoziato con gli enti locali liguri per arrivare ad una revisione delle modalità di gestione dei rilasci della Diga del Brugneto a garanzia della sostenibilità delle esigenze irrigue di valle e del ripristino di un livello di rilascio delle acque sufficiente, anche perchè dal 1959, data della costruzione dell’invaso del Brugneto, ad oggi il contesto territoriale è inevitabilmente mutato e la portata idrica del fiume Trebbia ha subito una drastica diminuzione che pregiudica molte delle attività economiche sul territorio”.