“Siamo pronti a costituire a Piacenza un comitato elettorale per Monti Premier” è quanto annunciano in un una nota i giovani di Fli Piacenza.
Alessandro Massa, Enrico Zazzera, Fabio Callegari e Marco Colosimo hanno nel frattempo sottoscritto un appello a Monti, perché prosegua nel lavoro svolto, sul sito www.megliomonti.it. L’appello è già stato sottoscritto da più di 600 under 40, e si sta diffondendo rapidamente sulla rete.
L’iniziativa prosegue nel solco del percorso di costruzione del “Partito che non c’è”, iniziato dai giovani piacentini quest’estate aderendo all’associazione Zero Positivo, la quale auspica la formazione di un’area liberale e riformatrice a vocazione maggioritaria che sia alternativa al populismo di Berlusconi da una parte, e all’asse CGIL-Vendola-Fassina dall’altra.
“In questi mesi difficili per il Paese, riteniamo che Lei abbia fatto molto, forse non tutto quel che avrebbe voluto fare. Certamente ha fatto quel che ha potuto, ma Lei ha ancora tante altre riforme da fare per far ripartire la nostra Italia. Abbiamo letto, nella Sua decisione di dimettersi dall’incarico di presidente del Consiglio all’indomani dell’approvazione parlamentare della legge di stabilità, l’intenzione coraggiosa di sottrarre la ritrovata credibilità nazionale a ridicole beghe di condominio, a strumentalizzazioni di parte, a una campagna elettorale giocata nel segno della demagogia e dell’irresponsabilità. Non vogliamo abbandonarci a sterili populismi né alla sfiducia nei confronti della politica in quanto tale. Guardiamo però con inquietudine agli ultimi spasmi di un sistema partitico miope e autoreferenziale, dagli orizzonti ristretti e dal respiro cortissimo” si legge nell’appello.
E ancora: “Le chiediamo di candidarsi per proseguire il lavoro intrapreso, anche per dar voce ad una generazione allargata che ha trascorso gli ultimi venti anni al di là del muro delle garanzie e dei privilegi. Una generazione il cui diritto di cittadinanza è stato, per legge, precarizzato. Una generazione costretta a considerare quotidianamente l’opzione di vivere altrove, oltre i confini dell’Italia, per sperimentare meritocrazia e senso civico. Una generazione europea. Una generazione convinta – forse anche dall’epoca che si è trovata a vivere – che la “ricerca della felicità” sia un diritto, la competizione un dovere e la responsabilità personale un valore. Una generazione che sogna che l’Italia continui a meritarsi la sua storia meravigliosa”.
Quanto alle polemiche delle ultime ore, i giovani futuristi ritengono che gli italiani abbiano già deciso di non votare Berlusconi perché umanamente, politicamente e globalmente inadeguato, e non perché glielo dicano subdolamente Angela Merkel e l’Europa: “chi pensa il contrario è forse un po’ ingenuo”.