Bergonzi (Pd): “Il referendum sarà il funerale di Pdl e Lega Nord”

“Il referendum per l’ingresso di Piacenza in Lombardia sarà il costosissimo funerale di Pdl e Lega Nord”. E’ il commento di Marco Bergonzi, capogruppo del Pd in Provincia, da sempre contrario alla consultazione popolare con la quale permettere ai cittadini di decidere se restare in Emilia Romagna o approdare nella regione Lombarda. Bergonzi interviene in merito alle critiche sollevate dalla maggioranza di centrodestra sulla data del referendum, che si dovrebbe tenere il 10 febbraio: “Stanno cercando di giustificare anzitempo questa decisione fallimentare, dando la colpa al calendario” chiosa Bergonzi.

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IL COMUNICATO DI MARCO BERGONZI

Dopo mille piroette, privi di una qualsiasi strategia per il futuro del territorio, PDL e Lega hanno testardamente inforcato la strada del referendum, tralasciando l’unica via che si sarebbe dovuta seguire, cioè quella di intavolare un dialogo serio con Parma (e con la Regione), per concordare la collocazione di uffici, funzioni e relative strutture. Il referendum, destinato inevitabilmente a fallire, sarà il funerale di PDL e Lega, che si inabisseranno insieme a lui. Ma se fosse solo questo pazienza, ce ne faremmo anche una ragione, il problema è che per la pervicacia di una politica di bottega, si butteranno via una montagna di soldi dei piacentini tutti. Si ostinano a contestare che il costo si aggiri attorno al milione di euro, affermando che sarà pari alla metà: ma quand’anche così fosse (e non lo è) è lecito sprecare 500.000 euro così? Adesso si lamentano per la data (nella delibera potevano richiedere anche quella che desideravano, già che c’erano), ma in realtà consapevoli del flop ampiamente annunciato e preventivato, stanno cercando di giustificare anzitempo questa decisione fallimentare, dando la colpa al calendario. Poi si lamentano per i soldi, perché non ci sono: ma allora ci avete sin qui presi in giro, o che altro? Insomma il centrodestra è in confusione piena! Ma non è un vicolo cieco: a quanto pare, per fare marcia indietro e ritirare il referendum, potrebbe basterebbe una delibera del Consiglio Provinciale, ma temendo di fare una magra figura gratuitamente, preferiscono farla alle urne anche se costosissima, tanto il conto lo pagano i Piacentini. Ma allora, se davvero dovesse essere così, se le cose dovessero andare così, si dovranno dimettere tutti, dal primo all’ultimo. Peraltro il sottoscritto ha già presentato le proprie dimissioni, operative dal momento che con il referendum, Piacenza dovesse passare in Lombardia ed ha invitato PDL e Lega ad accettare la sfida e fare altrettanto in caso contrario: purtroppo, con la lodevole eccezione del consigliere Francesconi, nessuno ha accettato e questo la dice lunga su quanto gli stessi proponenti credano al successo del referendum ed a Piacenza in Lombardia.