Lega: “Con Maroni governatore, un motivo in più per passare in Lombardia”

“Piacenza in Lombardia? Un ‘passaggio’ assolutamente comprensibile. In più, oggi, i piacentini, hanno un’ulteriore ragione di passare oltre il Po di fronte all’opportunità di portare in Lombardia un governatore della Lega: Roberto Maroni”.  Lo ha detto questa mattina il segretario della Lega Nord di Lodi, Guido Guidesi, da piazza Saragozza, a Bologna, dove anche tanti piacentini hanno partecipato alla manifestazione del Carroccio federale contro “Monti e le sue tasse”. “Ci sono motivi economici, culturali, di rapporti commerciali per cui ha senso che Piacenza passi in una regione come la Lombardia che, se fosse autonoma, sarebbe tra le prime 20 potenze economiche mondiali” ha detto Guidesi. In prima fila, nel corteo che ha sfilato per le vie di Bologna, da piazza Malpighi a porta Saragozza, anche il segretario della Lega Nord Emilia Fabio Rainieri e i consiglieri regionali Stefano Cavalli e Roberto Corradi. Migliaia i partecipanti. Rainieri ha ricevuto dalle mani di Maroni l’assegno di un milione di euro di rimborsi elettorali stanziati dal Carroccio a favore dei terremotati dell’Emilia. Saranno destinati al Comune di Bondeno, Ferrara, duramente colpito dalle scosse del 20-29 maggio.

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“In Emilia Romagna dall’inizio dell’anno abbiamo registrato 641 fallimenti d’azienda – ha detto Cavalli –. I nostri giovani non hanno futuro né prospettive. Abbiamo perso posti di lavoro al ritmo di 50mila negli ultimi due anni. In compenso la Regione ha imbarcato 200mila immigrati senza lavoro, che gravano sulle tasche dei contribuenti. Questo l’effetto del combinato disposto delle politiche di Monti e di quelle di Errani. La Lega non parla, ma fa i fatti, e il milione di euro oggi consegnati dal segretario Maroni ai terremotati ne è un esempio concreto”.

“L’acqua non ha spento il fuoco di libertà che è nei nostri cuori – ha detto il segretario provinciale di Piacenza Pietro Pisani richiamando l’inclemenza del tempo di oggi –. L’autodeterminazione dei popoli è il nostro vessillo. Per questo vogliamo dire addio al potere centralista di Bologna. Sentiamo di avere molto da dire in Lombardia, nostro naturale sbocco commerciale e culturale”.