Da alcuni giorni l’Italia dei Valori è nell’occhio del ciclone con polemiche interne che hanno investito il fondatore Antonio Di Pietro. E proprio mentre l’ex magistrato starebbe pensando alla nascita di un nuovo soggetto politico, il partito sembra diviso tra chi ora propende per un rilancio o per l’estinzione del soggetto politico. Ecco il parere di Andrea Fossati, segretario dei giovani dell’Italia dei valori. “Da quando è nata, l’Italia dei Valori vive oggi il momento di più profonda crisi che ha portato amministratori, dirigenti e militanti ad interrogarsi sul cosa fare in termini strategici per migliorare la situazione prima delle elezioni politiche. Il bivio in cui ci troviamo in questo momento è fra rilancio ed estinzione. Resto convinto in premessa che in questi anni Idv abbia svolto battaglie fondamentali per difendere i diritti dei cittadini, a cominciare dalle innumerevoli raccolte firme per promuovere referendum: contro il Lodo Alfano, per dire no a nucleare, privatizzazione dell’acqua e legittimo impedimento ed infine per eliminare il “porcellum”. Meriti che vanno dati alle intuizioni politiche di Antonio Di Pietro. Tutto ciò senza dimenticare l’opposizione intransigente al Governo Berlusconi con le annesse battaglie in difesa della Costituzione, della libera informazione ed il sostegno ai sindacati per riaffermare la centralità del lavoro. Un’esperienza politica, la nostra, di protesta sino alla resistenza e di proposta. Piano piano, a piccoli passi, anche a Piacenza abbiamo trasformato – grazie alla rilevanza di queste battaglie del nazionale – l’indignazione in buona politica arrivando, insieme a giovani militanti e non, ad atti di abnegazione piena e totalizzante per la causa di Idv. Persone di diversa formazione ed entità, disposti a percorrere insieme un percorso, con il pregio d’essere accumunati da semplice passione, fatta di ideali, grande spirito di servizio e soprattutto senza alcun secondo fine; ciò ha permesso ad esempio di raccogliere firme pro-referendum e distribuire copie della Costituzione nelle piazze e nelle strade piacentine in pieno inverno o quando altri erano al mare. Proprio per i suddetti motivi la fiducia degli italiani cresceva e così pure il numero di adepti a tutti i livelli, ma col tempo facevamo gola non solo ad onesti ma pure -fisiologicamente- a personaggi di dubbia moralità e a coloro che consideravano il partito un taxi elettorale. Vien da sé che allontanare immediatamente chi è stato scoperto commettere fatti gravi non può che considerarsi un punto a favore (vedi Nanni in Emilia-Romagna, Maruccio nel Lazio), ma oggi come oggi non può bastare, occorre prevenire imponendo regole stringenti a monte, dato che i casi non si contano più sulle dita di una mano e gli stessi hanno minato fiducia, entusiasmo e partecipazione, elementi cardine indissolubili per un partito come l’Italia dei Valori. Soprattutto nei provinciali, lontani dalla luce dei riflettori, si sono potute notare frequenti anomalie”.