Fli Piacenza: “Serve una vera Europa, che curi gli interessi dei cittadini”

Una nutrita delegazione di futuristi piacentini si è recata nei giorni di giovedì 25 e venerdì 26 ottobre a Strasburgo presso il parlamento europeo. Lo scopo del viaggio, organizzato dal parlamentare europeo di Fli, Cristina Muscardini, e’ stato quella di sensibilizzare la politica locale al ruolo centrale che ha l’Unione Europea nell’influenzare la vita dei cittadini degli stati membri.

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IL COMUNICATO

In questo periodo di crisi alcuni (Grillo, Maroni) ritengono che la soluzione di tutti i mali sia quella di abbandonare l’ Europa a se stessa, magari tornando alla lira. Noi di Futuro e libertà, al contrario, siamo convinti che la ripresa economica non possa prescindere dalla costruzione di una vera, grande ed unica comunità: gli Stati Uniti d’Europa.
I partiti e i governi nazionali devono però prestare più attenzione alle politiche europee. Purtroppo l’UE a volte entra in conflitto perdendo di vista l’obbiettivo principe della collaborazione. Troppo spesso in questi ultimi anni l’Unione si è trovata immobile di fronte a logiche geo-politiche, finanziarie e bancarie, a discapito del progresso sociale dei singoli cittadini.
Un esempio di conflitto che emerge in questi giorni a discapito della collaborazione economica europea, è quello scaturente dal ritiro del “Regolamento sui Marchi D’Origine” da parte della Commissione. Tale ritiro penalizza in maniera molto forte i Paesi produttori (quelli mediterranei) e agevola, al contrario, i Paesi importatori (Paesi Scandinavi e Germania). In questo modo un Paese come l’Italia, che fonda la propria economia sulle piccole-medio imprese del settore manifatturiero, si vede invaso da prodotti provenienti da paesi extra-europei nei quali non esiste alcun tipo di controllo a livello ambientale, produttivo e lavorativo. Il regolamento, una delle tante battaglie dell’Onorevole Muscardini, si pone tra i principali obbiettivi quello di poter offrire e garantire al consumatore la possibilità di effettuare una scelta consapevole sui prodotti d’acquisto. Con il suo venir meno, invece, i consumatori europei non possono riconoscere tra un prodotto Made in Europa e uno Made in Cina. Da temi come questo dipende direttamente la ripresa dell’Italia e dell’intero continente. 
E’ tempo che gli stati nazionali prendano coscienza che fare l’Europa non significa rinunciare alla propria nazionalità, bensì condividere con altri la sovranità europea. Per fare questo bisogna privilegiare il bene comune rispetto a quello dei singoli. Un punto di incontro va trovato, sempre. Questo è il compito della politica europea: risolvere i conflitti alle migliori condizioni per tutti (non solo per alcuni).
Il periodo difficile che attraversa l’Europa non può però essere un pretesto per rinunciare a quella pace che ci accompagna da quasi 70 anni. L’Europa è stata unita dal sangue. La storia di Strasburgo ce lo ricorda ogni giorno.