Il Pd cambia il suo statuto: ora la sfida Bersani-Renzi è “legittima”

Il Pd s’è dato le sue nuove regole per combattere la sua “guerra” interna. Guerra si fa per dire, perché in realtà – ci tengono a sottolineare i vertici del partito – sarà una sfida assolutamente positiva e salutare per il partito e che, perdipiù, che servirà come segnale chiaro al Paese; come a dire, “guardate noi, è così che si fanno le cose”. Parliamo delle primarie della coalizione di centrosinistra che domenica 25 novembre si apriranno ufficialmente e vedranno la sfida tra vari contendenti alla leadership e quindi alla sfida vera e propria per la guida del paese come capo del Governo. Ci saranno Vendola, Tabacci e altri che hanno già annunciato la loro candidatura ma gli occhi sono tutti puntati sul Pd, e non solo perché è la forza politica coi numeri più importanti all’interno della coalizione ma perché è lì che si combatterà, o meglio, si sta già combattendo la battaglia più dura; una battaglia che, peraltro, parla molto piacentino. Da una parte c’è il segretario in carica del partito Pierluigi Bersani, bettolese, e dall’altra c’è il rottamatore Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze e accompagnato come un’ombra in questa candidatura da un altro piacentino illustre: Roberto Reggi, piacentino e per due mandati consecutivi sindaco della città.

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E proprio per permettere la candidatura di Renzi, ovvero di un altro candidato interno al Partito democratico, oggi, nel salone dell’Hotel Ergife di Roma, all’assemblea generale del Pd, si sono cambiate le regole.

Come? Abbiamo contattato Paolo Botti, piacentino, membro del Pd regionale, presente all’assemblea romana, che ci ha aggiornato sulle decisioni prese. “Si è modificato lo statuto del Pd – spiega Botti – e precisamente l’articolo 18, per consentire ad altri candidati dello stesso Partito democratico di partecipare alle primarie per la premiership. Così com’era formulato, lo statuto prevedeva che la candidatura fosse solo quella del segretario che eventualmente si sarebbe sfidato con altri candidati di altre forze politiche”. “L’impostazione di questa modifica – prosegue  Botti – è tutta nel senso della partecipazione: vogliamo che più gente possibile venga a votare il prossimo 25 novembre”

Una modifica proposta in assemblea da un altro piacentino, Maurizio Migliavacca, coordinatore organizzativo del Pd, ed è stata votata quasi all’unanimità: 570 voti favorevoli e 8 contrari. 

Ma non è tutto. L’assemblea ha anche deciso di fare il doppio turno: “Se nessuno dei candidati in lista raggiunge il 50% alla prima domenica di voto delle primarie – dice Paolo Botti – si fa il ballottaggio tra i primi due”. E ciò per fare in modo che il candidato sia realmente espressione di chi ha votato.

Anche perché – conclude Botti – per la prima volta siamo di fronte a primarie realmente contendibili. Le altre volte, con Prodi e con Veltroni, erano state più che altro uno strumento di partecipazione del nostro elettorato ma non erano realistiche perché, alla fine, si sapeva già chi avrebbe vinto. Questa volta sono reali, e i sondaggi lo dimostrano. Quindi le regole erano necessarie”.

E l’ha confermato lo stesso Bersani: “Darsi delle regole non è una cosa brutta – ha detto – Capisco che in questa Italia di scarsi principii solo la parola regole faccia scandalo ma in realtà non dovrebbe essere così. Stiamo facendo ciò che andava fatto”.

Il comunicato stampa ufficiale dell’onorevole piacentina del Pd Paola De Micheli: “Prova di grande maturità dell’assemblea nazionale, ha vinto il Pd”

“L’assemblea nazionale del Partito Democratico, che ha approvato a larghissima maggioranza la deroga allo statuto e all’unanimità le regole per la celebrazione delle primarie del centrosinistra, ha dato una grande prova di maturità. Tutti coloro che in queste settimane hanno cercato lo scontro e hanno anteposto la polemica alle ragioni di merito e all’unità del nostro partito sono usciti sconfitti”. E’ il commento della parlamentare piacentina del Pd Paola De Micheli, che ha partecipato questa mattina a Roma all’assemblea del nazionale del Pd insieme a una delegazione giunta da Piacenza (con la De Micheli erano presenti Roberta Valla, Silvio Bisotti e Paolo Botti, tutti in qualità di delegati). 

“Nel suo discorso il segretario Pierluigi Bersani – aggiunge la De Micheli – ha parlato all’Italia prima ancora che al suo partito, ribadendo la necessità di affidare la parola al popolo del centrosinistra per rilegittimare la politica e lanciare un grande progetto di governo per la salvezza del Paese. Forte e convincente il richiamo alla necessità di conciliare la più vasta partecipazione possibile alla consultazione con una cornice di regole chiare e trasparenti. Sono ancora più convinta che il Pd, l’unico partito nel panorama della politica italiana e l’unico che può farsi carico delle sorti del Paese, possa affrontare con maggiore serenità e coesione la sfida delle primarie. Sono altresì convinta che la competenza e le qualità politiche di Pierluigi Bersani ci consentiranno di arrivare alla guida dell’Italia”.