Primarie “come sfida all’antipolitica, ma anche come sfida al Paese”. E di “sfide” il Partito Democratico è grande intenditore dal momento che sono sempre all’ordine del giorno: dopo la sfida tutta piacentina, qualche mese fa, per scegliere il candidato sindaco tra Paolo Dosi e Francesco Cacciatore, ecco che i democratici sono chiamati ad un’altra sfida, quella per scegliere il candidato premier del centrosinistra. Duello che vede contrapposti il piacentino Pierluigi Bersani, segretario nazionale, e il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Il quale, a onor del vero, è diventato anch’egli un po’ piacentino dopo aver nominato Roberto Reggi come capo della sua campagna elettorale. E mentre già tra i democratici piacentini le manovre per posizionarsi per l’uno o per l’altro sono già iniziate da tempo (in pochi si sono per ora sbilanciati, ma la stragrande maggioranza del Pd piacentino sta con Bersani), il percorso per le primarie partirà ufficialmente nella nostra città il 21 settembre, data in cui si svolgerà l’assemblea provinciale. “Quella – ha detto il segretario provinciale Vittorio Silva – sarà la sede per iniziare a ragionare di primarie”. “Si apre una fase di impegno politico molto intensa appena chiusa la festa” che secondo Silva si è rivelata “un successo sia dal punto di vista programmatico sia per l’affluenza al Bastione”. “Siamo l’unico partito che ha organizzato un evento di queste dimensioni”. La direzione provinciale, convocata per il 21 settembre cui parteciperà anche il coordinatore nazionale Maurizio Migliavacca, sarà la sede per ragionare sulle tappe di avvicinamento alle primarie. “Bersani ha dimostrato grande apertura e coraggio, sarebbe di diritto il candidato del Pd alla guida del centrosinistra, ma ha promosso primarie contendibili – ha fatto presente Silva palesando una scelta di campo peraltro già nota – ancora una volta ha messo avanti gli interessi del paese a quelli personalistici. Saranno primarie fondamentali per combattere l’antipolitica e per restituire credibilità”. Sulla candidatura alternativa di Renzi, il segretario ha poi ricalcato in toto la posizione declinata da Bersani nei giorni scorsi: “La presenza di più candidature è una risorsa, a patto che vi sia rispetto per tutti i candidati e il confronto si basi sui contenuti. Abbiamo necessità che il paese si confronti e faccia scelte precise. Per questo serve un governo politico”. Dal punto di vista operativo le primarie “saranno un momento impegnativo anche dal punto di vista organizzativo: saremo su tutto il territorio con la presenza in ogni comune di almeno un seggio. Sforzo consistente con una tempistica stretta”. Le regole verranno definite entro la metà di ottobre, poi il via a una campagna breve, il voto tra 18 e 25 novembre. Possibili primarie a doppio turno se i candidati non riusciranno a superare il 50%.
Giulia Piroli, presidente assemblea provinciale Pd, ha detto: “Il Pd è l’unico partito organizzato in Italia. Sarà l’occasione di parlare di contenuti. Il Pdl sembra invece in stallo, all’ombra del silenzio di Berlusconi, ma anche nel Movimento 5 Stelle le voci di dissenso vengono subito zittite. Lanceremo una sfida al Paese per parlare di contenuti: economia, lavoro su tutte”. Dal canto suo Stefano Borotti, coordinatore esecutivo del partito ha spiegato di confidare in due condizioni necessarie: “L’offerta di profili di candidature complementare, che è già nei fatti. Questa campagna sia civile e si concentri sugli obiettivi per vincere la gara vera, quella di governare il paese” E ha chiuso: “Renzi ha ringraziato Bersani, altrettanto da Piacenza si deve ringraziare anche Renzi perché i contenuti che proporrà aiuteranno a raggiungere l’obiettivo. Per il resto vinca il migliore e chi non vince al servizi di tutti”.