Oltre 66milioni di euro di danni all’agricoltura piacentina causati dal lungo periodo di siccità. E’ la stima effettuata dalla provincia di Piacenza e comunicata, esattamente come hanno fatto anche gli altri capoluoghi emiliano-romagnoli, alla Regione nella speranza di ottenere equilibrati rimborsi. Per la precisione si parla di danni per 66.433.000 euro, il 31 per cento della produzione lorda prevista se le condizioni climatiche fossero rimaste nella norma.
Nel dettaglio le produzioni più colpite sono le foraggere con una perdita del 50 per cento. Segue il comparto delle piante industriali tra cui barbabietola e pomodoro con un calo del 20-40 per cento e il mais da granella che perde il 15-40 per cento.
Ammonta invece a oltre 1 miliardo di euro, pari a una perdita di oltre il 35% dell’intera produzione, la stima dei danni che la siccità ha provocato all’agricoltura emiliano-romagnola nel complesso.
“Si tratta per il momento solo di una stima – commenta l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – ma la dimensione del danno e’ comunque senza precedenti. Un danno insostenibile per tantissime imprese e, per il settore, una battuta d’arresto difficilmente recuperabile nel breve periodo, con conseguenze negative sull’agroindustria regionale, sull’indotto e sull’intera economia emiliano-romagnola. Per queste ragioni chiediamo al Governo un intervento di sostegno tempestivo ed adeguato.”
“Non possiamo assolutamente considerare adeguato – aggiunge l’assessore emiliano-romagnolo – ad esempio l’indennizzo di 2,5 milioni di euro, pari al 3,7% degli oltre 70 milioni di danni rilevati, riconosciuto recentemente dal Fondo di Solidarietà Nazionale alle strutture agricole della Romagna danneggiate dal “nevone” del febbraio scorso. Questa volta non possiamo accontentarci di indennizzi poco più che simbolici”.
Ma non solo. La grave siccità di questa estate deve diventare l’occasione, secondo Rabboni, per affrontare – Governo e Regioni insieme – le due grandi debolezze che amplificano i danni del cambiamento climatico in atto: l’eccessiva onerosità delle assicurazioni che ne ostacola la diffusione tra gli agricoltori e l’insufficiente sviluppo nei territori e nelle imprese agricole delle possibilità di irrigazione strutturale. Su quest’ultimo aspetto in Emilia-Romagna gli interventi in corso sono diversi: dalla realizzazione di invasi interaziendali con risorse del Psr, al riutilizzo delle ex cave, ai progetti di sviluppo e modernizzazione della rete che porteranno nuova irrigazione su 23.000 ettari del distretto del Canale Emiliano-Romagnolo, alla ristrutturazione di una parte di impianti ferraresi ed emiliani esistenti per ridurne le perdite, alla diffusione di “irrinet” sistema per ottimizzare l’irrigazione.
“Anche su questo chiediamo al Governo di sostenere il superamento delle criticità con decisioni e risorse , a partire dal finanziamento di un nuovo blocco di progetti irrigui elaborati dai nostri Consorzi di Bonifica, l’adeguamento della normativa sulle acque reflue per un loro impiego irriguo, l’uso irriguo ed equo delle acque già stoccate negli invasi esistenti e un costo accessibile per le assicurazioni anti-siccità”.