I ricercatori dell’Università di Harvard, guidati da George Church, sono riusciti a salvare un libro, proprio come su un hard disk, sotto forma di filamenti di DNA, riuscendo a recuperarne il contenuto. La tecnica è ancora sperimentale, ma potrebbe aumentare enormemente la nostra capacità di memorizzare dati.
Il processo di salvataggio dati su un hard disk avviene utilizzando il codice binario, a differenza del nostro DNA che utilizza il codice quaternario. Per attuare la nuova tecnica bisogna semplicemente trasferirsi dal binario al quaternario, operazione tutt’altro che difficile per un esperto del settore. Il vantaggio sta nel minore spazio utilizzato.
Purtroppo la tecnica impiegata è troppo lenta e costosa da utilizzare, ma il rapido progresso nel settore genetico potrebbe rendere possibile in breve tempo la produzione di “hard disk genetici” di enorme capienza, portando a una vera rivoluzione.