“Le Regioni sono ancora in attesa di conoscere le risorse che lo Stato trasferirà per garantire il funzionamento del sistema scolastico, tuttavia è confermato il massimo impegno per la salvaguardia dei lavoratori dell’Ufficio scolastico provinciale di Piacenza”. E’ in questi termini la risposta dell’assessore regionale all’istruzione Patrizio Bianchi all’interrogazione a risposta scritta presentata alla giunta dal consigliere piacentino del Pd Marco Carini nelle settimane passate. Carini aveva manifestato preoccupazione in relazione al futuro dell’Ufficio scolastico provinciale di Piacenza, prendendo spunto dal piano di riordino definito in una recente bozza di accordo tra il Governo e le Regioni, e chiesto garanzie per il mantenimento di un presidio a Piacenza.
Nella sua risposta, l’assessore Bianchi fa notare come “le Regioni hanno convenuto con il Ministero dell’Istruzione su una bozza di accordo e un percorso istituzionale e di confronto che permetterà di analizzare tutte le problematiche e di trovare le soluzioni più coerenti a garantire la massima tutela dei lavoratori interessati. Attualmente la bozza di accordo deve essere ancora approvata dalla Conferenza dei Presidenti per poi passare in Conferenza Stato Regioni. Il nodo ancora da sciogliere riguarda le risorse da destinare alle Regioni e che lo Stato deve garantire per il funzionamento del sistema scolastico. Pertanto la ricaduta dell’accordo sui singoli territori è attualmente impossibile da definire, mentre può essere confermato l’impegno della Regione Emilia Romagna nella salvaguardia dei diritti dei lavoratori interessati”.
“L’impegno assunto dalla Regione per la tutela dei lavoratori – commenta Carini – è importante, ma l’auspicio è che sia definito quanto prima il quadro delle risorse disponibili e di conseguenza la programmazione rispetto alla collocazione dei dipendenti dell’attuale Ufficio Scolastico Provinciale. Nell’ambito della prevista riorganizzazione del servizio, è indispensabile evitare i disagi per le province più “esterne” come Piacenza, Parma e Rimini, che sarebbero generati da un’eventuale centralizzazione. Per questo ribadisco l’esigenza di prestare la massima attenzione a tutte le ricadute del piano di riordino sui territori”.