“Furti lungo il Po? Intensificata l’attività di vigilanza”

Furti lungo il Po? Intensificata l’attività di vigilanza”. Questa la risposta resa dal Sottosegretario di Stato all’Interno, Prefetto De Stefano, a una interrogazione presentata dall’on. Tommaso Foti (PdL), il quale lamentava “in particolar modo nel tratto di fiume che attraversa il territorio della Provincia di Piacenza, il verificarsi di numerosi furti di imbarcazioni o loro parti (soprattutto motori)”.

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 Nella risposta, il Prefetto De Stefano ricorda che “in sede di coordinamento delle Forze di Polizia è stato concordato di intensificare l’attività di vigilanza notturna nelle zone interessate da tali illeciti, di procedere a controlli e ricognizioni lungo il Po, di coinvolgere le associazioni volontarie delle guardie ecologiche e fluviali, di aumentare la sicurezza passiva mediante sistemi di videosorveglianza e di sensibilizzare i controlli da parte della vigilanza privata”, assicurando che “la situazione è attentamente seguita e monitorata dalle Forze dell’Ordine e dagli organi di Polizia deputati”.

L’on. Foti denunciava inoltre nell’interrogazione come, oltre ai furti, si rilevassero nella zona anche casi di pesca non consentita, soprattutto del pesce siluro, chiedendo “quali verifiche siano state compiute e quali efficaci iniziative di contrasto si intendano attuare”.

Su questo punto il Sottosegretario ricostruisce la vicenda dal 2008, quando le Forze dell’ordine hanno appurato l’esercizio della pesca lungo il corso del fiume Po tra il mantovano e il reggiano, effettuato con mezzi non consentiti dalla normativa nazionale vigente. “Il pescato – si legge nella risposta – in prevalenza pesce c.d. “siluro”, viene custodito vivo per alcuni giorni e raggruppato in un quantitativo di circa 12/15 quintali e destinato al mercato ittico nazionale ed estero, in particolare ungherese”. La denuncia di 3 persone di nazionalità ungherese nel febbraio 2010 aveva di fatto spostato il baricentro dell’attività in altre zone.

Per quanto riguarda le azioni di contrasto, il Sottosegretario esprime la difficoltà dovuta alla riduzione del fenomeno a “semplice violazione amministrativa (tra l’altro punito con una blanda sanzione) di comportamenti anche gravi, mentre è dubbia l’assoggettabilità a tali sanzioni della pesca del pesce siluro, classificato come specie infestante non indigena introdotta clandestinamente nel Po più di 50 anni fa, e quindi addirittura da sradicare o, comunque, non tutelata. Le sanzioni penali possono essere applicate solo qualora si riesca a dimostrare l’uso improprio delle carni o la commissione di reati di altra natura”.