E’ stato il giorno dell’ingresso di Marco Colosimo in Consiglio comunale. Dopo il pronunciamento del Tar, il consigliere di Piacenza Viva entra nei ranghi dell’opposizione che aumenta così di numero, salendo da 12 a 13 componenti. Ventidue anni, il neoconsigliere è tra i più giovani dell’aula e ha di fatto “soffiato” il posto a Sandra Ponzini del Pd. “Spero di imparare e che in quest’aula si faccia buona politica – ha detto Colosimo – il controricorso? Non mi interessa. Ora sono in Consiglio e voglio fare qualcosa per i miei elettori”.
L’ingresso di Colosimo è passato. Ma l’astensione del Pd in fase di votazione (i Moderati, l’Idv, i grillini e il Prc hanno invece votato a favore) ha suscitato l’ira del Pdl: “Vi dovreste vergognare. Questo è inaccettabile dal punto di vista politico” hanno tuonato Tommaso Foti e Marco Tassi a fine seduta. A giudicare infatti dalla discussione scaturita in aula, la maggioranza è parsa sorridere a denti stretti al debutto di Colosimo.
Il dibattito si è aperto con l’intervento di Tommaso Foti (Pdl), il quale in premessa ha ravvisato di “non escludere che avremo un nuovo valzer con nuove successioni. Sul tema dovrebbe pronunciarsi il Governo anche se se ne è lavato le mani”. Ma poi, in vista anche del pronunciamento sul controricorso promosso dall’ex consigliere Sandra Ponzini, il parlamentare ha osservato una cosa “particolarmente grave sotto il profilo istituzionale”: “Mi sono stufato di un comune “partigiano”. Il Comune dovrebbe essere terzo e imparziale in questa vicenda e invece vuole consumare una vendetta privata. Non si era mai verificato che un ente, come paventato dal sindaco, intenda costituirsi in giudizio al Consiglio di Stato contro il pronunciamento del Tar. Non ne ha motivo. L’ha fatto malamente in primo grado. Sarebbe una mancanza sotto il profilo della tutela dei diritti di questa minoranza. Equivarrebbe a schierarsi con un privato (Sandra Ponzini) contro un consigliere attualmente in carica”. Foti ha chiesto poi al sindaco Paolo Dosi di “evitare la costituzione in giudizio al Consiglio di Stato. E’ una vicenda che riguarda due cittadini privati sulla quale il Comune non è stato chiamato a pronunciarsi. Diversamente sarà un affronto al consigliere Colosimo”.
Una posizione in parte condivisa anche dal Movimento 5 Stelle: “E’ Ponzini che legittimamente deva fare ricorso, ma non mi pare sia di competenza del Comune. Ci auguriamo che l’ente non debba pagare delle spese processuali se poi dovesse soccombere in giudizio”.
Colosimo ha incassato il “benvenuto” del sindaco Paolo Dosi. Il primo cittadino ha però spiegato la posizione del Comune, in riferimento all’ ipotesi di impugnazione della sentenza che – ha chiarito Dosi – “è ispirata da criteri tecnici e non politici”. “La vicenda non solo è poco chiara, ma anche confusa e contraddittoria, visto che su circostanze analoghe il Tar si è espresso in modo diverso. Impugnare la sentenza del Tar – ha spiegato Dosi – è dettato da motivazioni tecniche, quelle politiche sono a capo dell’ex consigliere Ponzini. L’arrotondamento per eccesso del risultato elettorale non consente alla maggioranza di raggiungere il 60% dei consiglieri, venendo in tal modo minata la possibilità di una migliore governabilità degli enti piccoli e medi, così come viene ritenuto dalla giurisprudenza. C’è un contrasto giurisprudenziale. L’amministrazione non si è ancora costituita, raccolgo i contenuti del dibattito e ci rifletteremo. Tengo però a ribadire che le ragioni politiche ci sono estranee”.
Per il capogruppo del Pd Daniel Negri è invece una vicenda “che presenta alcune ombre amministrative e che va chiarita fino in fondo poiché con 19 consiglieri non viene garantito il 60% di premio alla maggioranza. Nel caso avessimo un pronunciamento contrario, accetteremo qualsiasi decisione”. “Non condivido la strumentalizzazione della vicenda – ha attaccato Michele Bricchi (Pd) rivolgendosi a Foti – il Comune ha legittimità passiva a intervenire. Attribuire al Comune responsabilità che non sono proprie non mi va”.
COMUNICAZIONI – Sull’abolizione della Provincia è intervenuto Carlo Pallavicini (Prc) nelle comunicazioni: “Sarà difficile eliminarla dal sentire comune. Bisogna portare avanti una posizione comune, magari accorpare alcuni comuni, quelli più piccoli”.
Sul tema Province è intervenuto anche Tommaso Foti (Pdl): “Vedo difficile e confusa la discussione sulla soppressione della Provincia. Se non si vuole essere accorpati malamente bisognerebbe fare un referendum per andare in Lombardia. Diversamente, saremmo una delle tre province che saltano in Emilia (con Ferrara e Rimini)”. Poi rivolgendosi al sindaco Paolo Dosi: “Penso che occorra parlarne in questi giorni per un eventuale emendamento parlamentare in vista della discussione alla Camera del decreto sulla spending review”.
Lucia Rocchi (Moderati) ha ringraziato il difensore civico Alessandro Stampais per il lavoro svolto e si è rammaricata del fatto che la figura del difensore civico non sia più prevista.
Andrea Paparo (Pdl) ha focalizzato il suo intervento sul nodo Iren: “Si faccia una proficua discussione con il rappresentante del Comune nell’ente. Ci riferisca nel dettaglio qual è la situazione della multi utility. Ci aspettiamo a settembre un confronto”.
Poi è arrivata la punzecchiatura-avvertimento di Roberto Colla, la cui analisi ha preso le premesse dai contenuti del progetto per il rilancio del centro storico, uno dei suoi cavalli di battaglia: “Nella passata consigliatura la giunta non ha sempre ascoltato le nostre richieste, mi auguro che nei prossimi cinque anni l’esecutivo non sia sordo”.
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E’ prevista per oggi, durante un Consiglio comunale ad hoc, l’entrata di Marco Colosimo, Piacenza viva. Dopo la sentenza del Tar, alla quale il neo consigliere si appellò per un presunto errore di calcolo nello stilare il numero degli apparteneti in Consiglio dei vari schieramenti, oggi Colosimo potrà ufficialmente diventare il tredicesimo esponente dell’opposizione a Palazzo Mercanti.
La sentenza:
A più di un mese dalla sua proclamazione ufficiale, cambia l’assetto del Consiglio Comunale, infatti Marco Colosimo di Piacenza Viva, primo dei non eletti nella coalizione che aveva sostenuto il candidato di centro-destra, ha visto accolto stamani il proprio ricorso al Tribunale amministrativo di Parma in cui chiedeva “la correzione del risultato della consultazione”. Nel mirino dell’esponente di Piacenza Viva era finita l’attribuzione, effettuata dall’Ufficio elettorale centrale del Tribunale di Piacenza presieduto dal giudice Mario Poderoni, dei 20 seggi alla maggioranza, contro i 12 che secondo i calcoli effettuati spettano alla minoranza. Secondo il ricorrente, questi numeri andavano rivisti: ai vincitori del centrosinistra, infatti, spettano a tutt’oggi 19 posti come ha di fatto convenuto anche il Tar di Parma.
L’Amministrazione Comunale prende atto della decisione assunta dal Tribunale amministrativo regionale e sottolinea che la vicenda è comunque più complessa, poiché i posti in Consiglio Comunale (a seguito della riduzione dei consiglieri per gli eccessivi costi della politica) sono 32 (a fronte dei 40 della precedente Amministrazione), il cui 60 per cento è pari a 19,2. E considerato che non si possono dividere in decimi i consiglieri, il Tribunale di Piacenza (Ufficio elettorale centrale) ha fatto un arrotondamento per eccesso, garantendo in tal modo 20 consiglieri alla maggioranza e 12 alle minoranze. Erano anche stati presi come riferimento altri Comuni che avevano adottato la stessa linea: Parma, L’Aquila, Frosinone, Belluno e Catanzaro. Data la delicatezza dell’argomento, anche i parlamentari Foti e Polledri avevano presentato un’interrogazione al ministro dell’interno per avere una posizione ufficiale in materia e dirimere così la questione.
Ma è stata una recente sentenza del Consiglio di Stato ad arrotondare per difetto, garantendo 19 consiglieri alla maggioranza e 13 alla minoranza quando fino ai ballottaggi del 20 e 21 maggio sia le direttive emanate dal Ministero dell’Interno che le prime sentenze del Consiglio di Stato interpretative della norma, indicavano ai Tribunali di arrotondare per eccesso. Ciò detto, il Comune si adeguerà, riservandosi per altro di ricorrere anch’esso al Consiglio di Stato entro i venti giorni consentiti per ottenere una pronuncia definitiva sulla questione da cui conseguirà l’assetto definitivo dell’attuale Consiglio Comunale, mentre nella prossima assise consiliare, avrà luogo la surroga e Marco Colosimo subentrerà a Carla Ponzini (Pd).