Governo della città e crisi della politica. Sono questi i temi sui quali si è discusso, nella suggestiva cornice della cooperativa “La Magnana”, durante il dibattito organizzato da Città Comune.
E per farlo, ha spiegato il fondatore dell’associazione culturale, Gianni D’Amo “abbiamo scelto di mettere insieme persone diverse”.
Una diversità che si è vista eccome tra gli ospiti intervenuti, per esperienza, eloquio o anche solo presenza scenica. Tra loro l’ex consigliere comunale del Pdl Luigi Salice, il neo consigliere del Movimento 5 Stelle Barbara Tarquini, il leader del movimento Piacenza Bene Comune Pierangelo Solenghi, il coordinatore di Città Comune Marco Tanzi e, arrivato un po’ in ritardo, il sindaco Paolo Dosi.
Al mattatore D’amo il compito di introdurre il tema dell’incontro: “C’è un’idea diffusa che ci sia un’espropriazione dei poteri democratici, e in parte è vera. Ma la struttura della democrazia partecipativa è articolata, c’è una crisi ma il Comune avrà sempre decisioni importanti da prendere” e ha poi specificato come “il problema è tenere insieme ‘l’ordinaria emergenza’ in cui siamo e dall’altra fare una riflessione sul ventennio di Seconda Repubblica mai nata. Senza demonizzarla ma senza fare finta che vada tutto bene”.
Nessuno dei presenti, comunque, ha negato che qualche problema esista, anche se da prospettive ben diverse. Dalla pragmaticità del primo cittadino, che ha parlato dalla posizione di chi, oltre a criticare, ogni giorno deve trovare delle soluzioni, all’autocritica di Salice, il quale ha preso ad esempio proprio il dibattito come una delle soluzioni per uscire dall’empasse: “E’ vero che la crisi della politica si incrocia con il governare la città. Questo dibattito è un gesto di generosità, un contributo per governare al meglio la Piacenza. Bisognerebbe dare sempre questa idea a dispetto della crisi”.
L’esperienza, invece, per Solenghi è ciò che manca oggi ai politici. O meglio, “la formazione, che un tempo, come successe anche a me, era dato dal partito nel quale militavi”.
Parole critiche che, ascoltato l’intervento di Taquini, apparivano quasi tagliate addosso alla giovane esponente “grillina”. L’ammissione iniziale è proprio la sua: “Scusate ma non sono avvezza ai dibattiti pubblici” anche se è proprio da questa “ingenuità”; che alcuni definirebbero impreparazione imperdonabile, visto il ruolo che è stata designata a ricoprire; che sono arrivate le parole che la gente oggi vuole sentire: trasparenza, partecipazione, condivisione. Parole già usate anche dalla vecchia politica ma che, con il Movimento 5 Stelle, grazie alla rete sembrano aver acquistato nuova vita. “Bisogna fare i conti con il mondo, certo” ha affermato Tarquini “ed è chiaro che dall’opposizione in Comune si possa fare poco ma le soluzioni ci sono, da trovare attraverso le idee e il contributo delle persone” ha concluso.
Oggi è il loro momento ma, per non tornare a “La Magnana” tra vent’anni a chiedersi come mai “l’uomo qualunque” non sia riuscito a migliorare le cose, ora si attende qualcosa di concreto.