Piacenza Antagonista: \”Liberazione? Sì, ma dalle tasse e dalla precarietà\”

“Il 25 aprile sia celebrata la Liberazione ma da tutto ciò che realmente opprime il popolo italiano, in primis la pressione economica e finanziaria”. Queste le parole con cui Pino De Rosa dell’Associazione Piacenza Antagonista presenta la mobilitazione in programma per domani alle 17 a Barriera Genova all’imbocco del Pubblico Passeggio dove il movimento allestirà un banchetto informativo per approfondire tematiche come la convivenza del popolo con il debito pubblico, la precarietà e l’incertezza del futuro, temi che, spiega De Rosa, “devono entrare nel vivo del dibattito culturale e sociale, uscendo dal dramma privato”.

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“Il valore della rappresentanza del popolo nelle istituzioni è assolutamente in deficit e abbiamo un Governo che ha in spregio ogni forma di sovranità nazionale. Mentre i cittadini sono impauriti dalla precarietà del lavoro e dalla tassazione esagerata, il Governo non fa che parlare del debito pubblico, il quale però risulta essere un falso debito” commenta De Rosa. Secondo il rappresentante di Piacenza Antagonista, infatti, bisognerebbe capire prima di tutto chi sono i creditori e sulla base di che cosa rivendicano un credito nei confronti del popolo italiano. “Perché la situazione attuale possa cambiare è necessario che i cittadini siano consapevoli di come stanno realmente le cose, il nostro banchetto informativo si pone proprio questo obiettivo”.

L’iniziativa che prende il nome di “25 aprile per la liberazione dagli usurai di stato”, non è stata promossa da Piacenza Antagonista la quale ha solo scelto di aderire. I promotori sono alcuni movimenti che come l’associazione piacentina non hanno collegamenti di alcun tipo a partiti o gruppi politici ma che operano ognuno nella propria città con lo scopo di affrontare tematiche vicine ai cittadini: Sete di Giustizia, Terranostra, Alba Mediterranea, Giustizia Monetaria, il giornale “L’altra Voce” e ICR. Tutti uniti nel ritenere che “l’unica Liberazione di cui oggi ha senso parlare è la liberazione dai poteri mondialisti”.