Calcio, su Repubblica e Gazzetta la maxi evasione partita da Piacenza

Si torna a parlare del caso di evasione fiscale che ha coinvolto più di una società nel panorama calcistico italiano. Di questa vicenda si era già data notizia il 20 dicembre scorso, ma oggi si torna a parlare di quest’indagine, partita da Piacenza, nei media nazionali perché nei prossimi giorni potrebbero esserci ulteriori sviluppi.

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Di seguito uno stralcio tratto da Repubblica.it.

“Nel corso dell’attività ispettiva è stato rilevato che il Piacenza – si legge nell’informativa mandata alla procura della Repubblica – ha iscritto i costi sostenuti derivanti dalle prestazioni professionali rese dagli agenti dei calciatori nella voce dei “Diritti pluriennali dei calciatori professionisti””. Che cosa significa? “Che ai fini del pagamento dell’Iva la società ha detratto l’imposta indicata in fattura”. Quindi, non ha pagato l’imposta sul valore aggiunto e sui redditi. Secondo la Finanza in maniera assolutamente illegale, essendo l’intermediazione di un procuratore un tipo di prestazione “da ritenere indetraibile”.

“In questo modo – si legge nell’informativa – è stato così implementato un sistema fittizio attraverso il quale i corrispettivi dovuti agli agenti per le attività svolte per conto dei calciatori vengono, nella sostanza, traslati direttamente in capo alla società calcistica attraverso il conferimento di un incarico all’agente del calciatore stesso”. Per fare in modo che però il sistema funzionasse i procuratori hanno emesso fatture false alla società, fatture che “facevano riferimento a prestazioni di servizi inesistenti”, perché nessuno dei procuratori aveva lavorato per il Piacenza calcio ma al massimo per i calciatori. In questa maniera facendo risparmiare tasse alla società e risparmiando anche loro stessi.

Insomma un pasticcio che ha permesso “una importante evasione fiscale” e che con ogni probabilità è stato replicato in altre realtà anche molto più grandi. Per questo il pubblico ministero della procura di Piacenza Antonio Colonna ha iscritto al registro degli indagati oltre all’allora amministratore delegato del Piacenza, la creme dei procuratori sportivi italiani: tra gli altri, i più noti sono Claudio Pasqualin Alessandro Moggi, Silvano Martina, Giovanni Branchini, Matteo Roggi, Tullio Tinti, Andrea Pastorello, Marcello e Giuseppe Bonetto. A tutti è contestato un articolo del decreto del 2000 sull’evasione fiscale che punisce “chiunque utilizzi fatture per operazioni inesistenti al fine di evadere le imposte”. Si rischia da uno a tre anni di carcere. Oppure una maxi multa.

L’inchiesta è ancora nelle fasi delle indagini preliminari e Finanza e procura di Piacenza stanno valutando come e quanto allargare un’indagine che estesa ai club più importanti potrebbe portare nelle casse del fisco milioni di tasse evase illegalmente in questi anni. L’iniziativa della procura di Piacenza prende in contropiede procuratori e società che, consapevoli dell’anomalia della loro prassi (e di essere stati scoperti dalla finanza), nei mesi scorsi avevano chiesto a Equitalia di avviare un tavolo per valutare una possibile via d’uscita “morbida”. Che però non potrà riguardare l’aspetto penale della vicenda.
(Repubblica.it)

 

Per leggere la notizia aparsa su piacenza24.com il 20 dicembre 2012 clicca sul seguente link:

https://archivio.piacenza24.eu/Cronaca/37538-Frodi%20tributarie%20e%20sportive%20del%20Piacenza%20Calcio,%20coinvolto%20Riccardi.html