Tegola sul Pd. Chiapponi si dimette: \”Comanda un cerchio interno\”

Tegola sul Partito Democratico piacentino a pochi mesi dalle elezioni comunali. Flavio Chiapponi, ex segretario dei Democratici di sinistra e personaggio di spicco dei democratici, ha rassegnato oggi pomeriggio le dimissioni dalla direzione provinciale del partito. Una decisione affidata a una lunghissima lettera dai toni amari e particolarmente critici (che si può leggere qui di seguito) che è stata recapitata non solo al segretario provinciale Vittorio Silva e ai membri della direzione (che si riunisce questa sera), ma anche al segretario nazionale Pierluigi Bersani, a quello regionale Stefano Bonaccini e al coordinatore nazionale Maurizio Migliavacca. All’origine delle dimissioni ci sono da una parte la dimensione assunta dal partito a livello nazionale, di cui Chiapponi critica una serie di scelte di carattere politico che a suo avviso non vanno nel solco del tanto decantato riformismo. Ma nel mirino c’è soprattutto la gestione del partito a livello locale (“alcune scelte suicida”), soprattutto nei mesi che hanno preceduto le primarie dello scorso 5 febbraio. Secondo Chiapponi le sorti del Pd piacentino – un partito descritto come “un’arena in cui dominano litigiosità e personalismi” –  “l’accesso ai, e dai, posti di potere è affidato a un cerchio interno ristretto di persone in cui al vertice c’è il sindaco Roberto Reggi”. Nel “cerchio interno ristretto” l’ex segretario Ds include anche il consigliere regionale Marco Carini e la parlamentare Paola De Micheli. Guarda caso il gruppo che ha sostenuto la candidatura di Paolo Dosi, uscito vincitore dalle primarie. Chiapponi sosteneva invece la candidatura del vicesindaco Francesco Cacciatore e in un passaggio della missiva non manca di ricordare come il partito abbia di fatto ribaltato “ad arte” l’esito delle consultazioni interne del partito (quando sono stati i circoli ad esprimere il parere) che alla fine del 2011 avevano premiato Cacciatore. Osservazioni pesanti, dunque, che non mancheranno di caratterizzare il dibattito interno e percorso del partito da qui alle elezioni del 6 maggio.

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