“Il progetto del Pdl è mestamente fallito”. Futuro e Libertà non le manda a dire al Pdl e al suo coordinatore Tommaso Foti. In una nota diramata questo pomeriggio il partito di Fabio Callegari risponde picche all’appello ad allearsi del principale partito di centrodestra e usa toni durissimi per “scaricare” il Popolo delle libertà allontanando l’ipotesi di un’alleanza in vista delle elezioni Comunali. “Il centrodestra non sta toccando palla da ben dieci anni” continua Callegari che aggiunge: “Le alleanze non si creano come accade per i medicinali”.
IL COMUNICATO DI FLI
In occasione del primo congresso provinciale di Futuro e Libertà, tenutosi sabato scorso a Piacenza, abbiamo ascoltato con particolare attenzione il grido d’allarme lanciato dal Coordinatore del Pdl on.le Foti, il quale ha chiamato a raccolta, in una sorta di santa alleanza, tutti i partiti moderati per evitare che Piacenza venga consegnata alle sinistre per altri 20 anni, ammonendo Lega, Udc, Api e Fli, che, nel caso in cui tale ipotesi dovesse verificarsi, i predetti partiti dovranno assumersene le conseguenti responsabilità nei confronti degli elettori.
Tale monito, ad avviso di chi scrive, appare troppo debole ed anche eccessivamente semplicistico, poiché non basta lanciare un segnale d’allarme per poter scaricare eventuali responsabilità politiche solamente sui destinatari del messaggio, occorre, in realtà, ben altro e questo il coordinatore del Pdl lo sa benissimo.
Per tali motivi, Fli invita la dirigenza del Pdl ad essere più cauta e prudente, poiché, si badi bene, non è detto che il maggior partito di opposizione all’amministrazione comunale attualmente in carica possa ritenere di andare totalmente esente da colpe e conseguenti responsabilità, ovviamente di tipo politico.
Vorremmo tentare di fornire ai lettori una nostra sintetica opinione e valutazione sull’attuale stato di salute dei così detti partiti alternativi alle sinistre, terminologia molto cara agli amici del Popolo delle Libertà.
Prima di tutto, dobbiamo sgombrare il campo da un troppo facile ed ingenuo equivoco, vale a dire che la crisi del centro-destra vada addossata esclusivamente all’attuale Presidente della Camera e al partito che lo sostiene dal febbraio 2011. Coloro che insistono con simili affermazioni mentono sapendo di mentire, poiché l’effettivo traditore del progetto che ha portato alla nascita di un grande partito di centro-destra nel marzo 2009 dovrebbe essere rintracciato nelle zone della Brianza, tanto per intenderci.
Seconda cosa. Abbiamo già detto, ma lo ripeteremo sino alla noia, che le alleanze politiche non si creano, come accade per i medicinali, nei laboratori farmaceutici (e questo lo sa bene l’on.le Foti), di conseguenza non è possibile pensare che, mettendo insieme i dati numerici dell’elettorato della Lega, del Pdl, dell’Udc, dell’Api e di Fli, si possa dar vita ad una santa alleanza in grado di sconfiggere l’invasore comunista.
Operazioni di tale natura, per di più fatte a tavolino, non solo sarebbero fondate sulla pura fantasia, ma sarebbero considerate dal corpo elettorale come una vera e propria presa in giro, per non dire d’altro.
E’ bene ricordare che il bipolarismo è cosa ben diversa dal bipartitismo e tale distinzione è ben nota a tutti coloro che masticano politica anche solo per pura passione.
E allora che fare? Ecco alcuni suggerimenti.
Prima di tutto, con grande umiltà, occorrerebbe prendere atto che il progetto che ha dato vita al Popolo della Libertà è clamorosamente fallito e non certo per quel dito alzato da Gianfranco Fini sotto il naso di Silvio Berlusconi, bensì per ragioni note a tutti e coloro che tentano di sostenere il contrario o sono in malafede o capiscono poco delle elementari regole e delle evoluzioni della politica. In ogni caso, tutti i sostenitori che hanno ritenuto, liberamente, di restare a fianco del Cavaliere, sotto l’attenta guida dell’ex Guardasigilli, farebbero bene a cimentarsi in una serena autocritica purificatrice, levandosi immediatamente dalla testa la bizzarra idea che dopo Silvio Berlusconi ci sarà solo il nulla eterno. In realtà, l’Italia, anche se un po’ (molto) sgangherata, sta andando avanti (fortunatamente) sotto la saggia guida di un Presidente della Repubblica ultra ottantenne e per giunta (ironia della sorte) ex comunista.
A quel punto, dopo la salutare ed inevitabile implosione, il Pdl dovrebbe cambiare nome e, subito dopo, predisporre un serio progetto politico da sottoporre, non tanto ai vecchi alleati, bensì al corpo elettorale.
In ogni caso, siamo sempre pronti al sereno e costruttivo confronto politico, confronto che non potrà mai essere preceduto né da anatemi, né da minacce di scomuniche per eresia. Vorremmo sommessamente osservare che è finito il tempo degli esami e che i pantaloncini corti sono stati riposti negli armadi da quel dì.
Vorremmo, infine, ricordare a noi stessi che, a Piacenza, il così detto centro-destra non sta toccando palla da ben dieci anni, vale a dire dopo la traumatica fine dell’esperienza di governo fatta sotto l’indimenticabile guida dell’avvocato Guidotti. Dal 2002 in avanti, il centrodestra ha girato a vuoto raccogliendo sconfitte, una dopo l’altra, sino al giugno 2009, data della memorabile vittoria di Massimo Trespidi. Peccato che la gioia è ben presto finita per la prematura dipartita del neonato Popolo della Libertà.
Fortunatamente, alle imminenti elezioni comunali, gli elettori piacentini avranno varie opportunità da valutare e premiare con il proprio voto e tra queste opportunità non mancherà certo Futuro e Libertà per l’Italia.
Il Coordinamento Provinciale di Fli Piacenza