A fronte della recente decisione della Corte Costituzionale di non accogliere il quesito referendario sull’abrogazione del “Porcellum”, per la parlamentare piacentina del Partito Democratico Paola De Micheli l’esigenza di cambiare da subito il sistema elettorale resta immutata: anche per dare una risposta ai tanti italiani che hanno firmato a sostegno del referendum.
“Come tanti piacentini ho sottoscritto – afferma la De Micheli – il referendum che si proponeva di abolire l’attuale legge elettorale, comunemente definita “Porcellum”, e sono dispiaciuta che a giugno gli italiani non potranno dire la loro con l’espressione del voto. Considero altresì la bocciatura della Corte Costituzionale del quesito referendario assolutamente legittima: nella nostra democrazia vige la separazione dei poteri e nessun parlamentare può condizionare l’autonomia delle decisioni della Corte”.
“Sono convinta che adesso occorra – prosegue la De Micheli – un’assunzione di responsabilità del Parlamento e il nostro ruolo sia quello di farci carico del problema di una legge elettorale, quella in vigore, che mortifica la partecipazione dei cittadini nelle scelte della propria classe dirigente e riduce il voto ad un plebiscito sul Presidente del Consiglio. Una legge che pertanto va cambiata subito. Senza questa riforma vedo il rischio concreto che la politica perda ulteriore autorevolezza, per questo abbiamo la necessità di intervenire anche in assenza del referendum. Le esperienze democratiche più avanzate in Europa dimostrano che è possibile coniugare la democrazia dei partiti con la legittimazione e la stabilità dei governi e con il controllo democratico degli elettori sui candidati di partito.
In questo senso ritengo che la proposta presentata dal Partito Democratico sia molto equilibrata e lungimirante: con la reintroduzione del collegio uninominale a doppio turno come modello preferibile al fine di restituire il potere di scelta agli elettori, combinata ad una quota di proporzionale per tutelare il diritto di rappresentanza anche per i partiti più piccoli. Secondo questo modello una quota pari al 70% dei seggi in palio viene attribuita agli eletti in collegi uninominali maggioritari a doppio turno, mentre la restante quota del 30 % di seggi è assegnata con il metodo proporzionale su base regionale o pluriprovinciale.
Abbiamo la necessità di intervenire subito sul cambiamento della legge elettorale e penso che la decisione della Corte Costituzionale debba essere un ulteriore stimolo al Parlamento e non un fattore conservazione dell’esistente o addirittura il pretesto per accentuare le divisioni tra i partiti, come qualche leader politico in questi giorni ha cercato di fare”.