Rilancia sulla necessità di sostenere il progetto della Provincia di Piacenza sulle “Madri di giorno” (Tagesmütter) Andrea Pollastri (PdL) durante l’approvazione, in Assemblea Legislativa Regionale, del Programma 2011 dei Servizi Educativi per la Prima infanzia.
Dura e perentoria la risposta dell’Assessore alle Politiche Sociali che già in Commissione aveva definito questo servizio “Un badantato per bambini” e che oggi in Aula ha rincarato la dose definendo il progetto piacentino “Non di adeguata qualità” affermando la sua intenzione politica: “Non posso permettere che in Emilia-Romagna si dia vita ad una sperimentazione che non garantisce la qualità del servizio e che non offre adeguate garanzie alle madri”.
Immediata la replica dell’azzurro: “Il Tagesmütter già da anni viene applicato in Trentino, che ha un sistema sociale e di cura alla Prima infanzia molto superiore all’Emilia-Romagna, e ha dato ottimi risultati andando incontro alle esigenze delle famiglie e consentendo agli Enti Locali di avere copertura del servizio e bassi costi.”
Il Consigliere del PdL, elogiando il progetto dell’Amministrazione Provinciale di Piacenza, ha anche ricordato come “La società che si occuperà di far partire il progetto a Piacenza è la stessa della Provincia di Trento ed anche il servizio fornito è uguale, malgrado l’Assessore affermi il contrario”.
Sull’argomento anche la controreplica della Marzocchi che ha promesso che entro i primi sei mesi del 2012 la Regione darà vita ad un “Tagesmütter all’emiliana” e sarà inserito nel Programma che l’Aula approverà tra un anno: rispetto a quanto avviene a Piacenza, l’idea dell’Assessorato è quella di inserire ferrei vincoli per quanto riguarda i titoli di studio delle operatrici e di integrare il “Tagesmütter” nel sistema emiliano-romagnolo. “Un sistema che, però, – ha detto Pollastri – è troppo rigido e non ha consentito di offrire adeguate risposte con una copertura troppo bassa (il 30% circa) e costi elevati, tutto a causa del pregiudizio ideologico della nostra Regine che contrasta tutto ciò che non è pubblico.”
Il Consigliere ha anche attaccato il sistema degli Uffici di Piano “Strutture costose e burocratiche che accentrano le risorse in progetti di area invece di farle avere ai Comuni che ben saprebbero cosa farci, andando incontro alle esigenze delle famiglie e degli utenti dei propri Servizi Sociali.”