Nella seduta dell’Assemblea Legislativa Regionale odierna sono state discusse alcune risoluzioni sul tema dei ticket sanitari. Il consigliere regionale piacentino Marco Carini (Pd) è intervenuto nella discussione per rilanciare la volontà della Regione di “trovare soluzioni più eque soprattutto per le famiglie, che contemplino l’introduzione dell’indicatore di situazione economica equivalente Isee”.
“I ticket sanitari – ha affermato il consigliere Pd Marco Carini – non sono stati voluti dalle Regioni, ma rappresentano una imposizione del Governo nazionale, che ha tagliato 834 milioni di euro annui dal Fondo sanitario nazionale, 100 dei quali in Emilia-Romagna. Tramite i ticket la Regione dovrebbe coprire questa cifra, che rappresenta una parte piccolissima del necessario. Come noto, la conferenza Stato-Regioni aveva avanzato diverse proposte (come la tassa per le sigarette) che avrebbero permesso di non far pesare sul settore sanitario questo aggravio di costi per le famiglie, ma il Governo ha rifiutato, costringendo le regioni ad applicare i ticket.”
“A quel punto la Regione Emilia-Romagna – ha proseguito – ha scelto comunque di tutelare i cittadini più deboli confermando tutte le esenzioni esistenti e modulando l’incremento del ticket a seconda del reddito: una modalità certamente più equa di quella prevista dal Governo (10 euro per ogni prescrizione a tutti, indipendentemente dal reddito). Nel poco tempo concesso, pena il blocco dei trasferimenti dallo Stato alla Regione, non è stato possibile trovare soluzioni diverse da quanto previsto dalla legislazione nazionale sui ticket. Come più volte ricordato dall’assessore Carlo Lusenti, l’intenzione della Regione è quella di identificare uno strumento, a partire dall’indicatore Isee, che garantisca ancora maggiore equità e che tenga conto, prima di tutto, della numerosità del nucleo familiare. I risultati della valutazione attualmente in corso verranno presentati alle parti sociali al fine di condividere queste nuove modalità.”
“Sono anni che il Governo Berlusconi – ha concluso Carini – tappa i buchi tagliando agli enti locali risorse fondamentali per gli standard di vita dei cittadini di questo territorio. La Regione, invece, interviene ogni volta per integrare i mancati trasferimenti da Roma, continuando a garantire agli abitanti dell’Emilia-Romagna servizi adeguati e aiuto in un momento di crisi economica tremenda: anche nel 2010 la Regione è intervenuta con risorse del proprio bilancio in favore del Servizio sanitario per complessivi 265 milioni di euro: fondi destinati al finanziamento di servizi sanitari previsti dal Fondo regionale per la non autosufficienza e di prestazioni aggiuntive rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza nazionali, come assegni di cura per anziani e disabili”.