Piacenza. Piacenza capitale della Fisica da oggi fino a Sabato 22 ottobre, con il Convegno Nazionale di Fisica “Cinquat’anni guardando oltre” al Collegio Alberoni. Proprio oggi si è tenuto l’intervento del piacentino Lucio Rossi scienziato del Cern di Ginevra. Il fisico interverrà sul tema “Lhc, l’eredità di 100 anni di Atomo di Rutherford e di superconduttività”. Il fisico infatti è membro della squadra che dirige il progetto, appunto Thc, di cui si è parlato diffusamente alcuni mesi fa per il timore che potesse creare un buco nero in grado di risucchiare il pianeta Terra. Si tratta di quel tunnel in grado di far accelerare due fasci di particelle alla velocità della luce con lo scopo di farli scontrare. Dall’analisi dell’impatto e da ciò che ne deriva gli scienziati sono in grado di esplorare mondi e dimensioni della fisica finora sconosciuti. L’obiettivo principale di questo esperimento è trovare il cosiddetto Bosone di Higgs, meglio conosciuta come “la particella di Dio”. Si tratterebbe di un elemento, appunto, che secondo una teoria non accettata all’unanimità da tutti gli scienziati, permea l’universo conferisce la massa alle particelle.
LA PARTICELLA DI DIO
Negli anni 60 il Professor Peter Higgs emanò una teoria secondo la quale le particelle in effetti non avrebbero massa di per sé. Secondo Higgs nell’universo esisterebbe un campo che pervade tutto, una sorta di melassa cosmica che le particelle devono attraversare quando si muovono. Questa melassa frenerebbe in modo diverso ogni particella rendendola più o meno pesante. Higgs andò oltre nei suoi calcoli e notò che se la sua ipotesi era vera, allora questa sorta di melassa cosmica, oltre a dare massa alle particelle, ogni tanto doveva anche raggrumarsi su se stessa, dando vita una nuova particella che venne battezzata bosone di Higgs. Ecco, il bosone di Higgs, se esiste, è il condensato di questo campo che pervaderebbe tutto e sarebbe il responsabile della massa di tutte le altre particelle.
Lucio Rossi spiega che un quarto delle ricerche possibili sul bosone di Higgs è già stato effettuato ma non si devono abbandonare le speranze, anzi. Lo scienziato illustra come, per sfoltire i campi di ricerca, siano stati analizzati quelle zone dove gli scienziati erano praticamente certi di non trovare tale particella. L’ultimo quarto di studi include quei luoghi di indagine dove invece il bosone dovrebbe trovarsi. Se anche questi studi dovessero dare esito negativo, allora avranno ragione quei fisici che non hanno mai creduto nella particella di Dio. Ma quali implicazioni potrebbe avere la scoperta del bosone di Higgs? La domanda è troppo vaga e remota per ricevere risposta e Rossi si limita a ricordare ciò che ha causato la scoperta dell’elettrone e della risultante elettronica. Di sicuro, spiega lo scienziato piacentino, si apriranno mondi immensi e sconosciuti, sarebbe una scoperta in grado di cambiare radicalmente la vita dell’essere umano.