Biogas a Lusurasco, Trespidi: “Piena disponibilità e trasparenza”

La Provincia torna a sottolineare la  disponibilità dei propri tecnici a fornire  a  Conserve Italia  tutte le informazioni sulla documentazione richiesta per l’istanza di autorizzazione dell’impianto di biogas di Lusurasco.  Lo ha ribadito il presidente Massimo Trespidi nel corso dell’incontro di ieri a palazzo Garibaldi con Lusuco, i sindacati, i sindaci dei Comuni territorialmente interessati (Alseno e Castellarquato) e le tre associazioni agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Cia). Il tavolo è stato convocato su richiesta degli stessi portatori di interesse ed è successivo a precedenti incontri del presidente della Provincia con esponenti del Comitato di cittadini che si oppongono al progetto. “Quella del biogas a Lusurasco – ha detto Trespidi, affiancato dall’assessore Filippo Pozzi – è una partita che ha tre anni e mezzo di vita, che questa amministrazione ha ereditato. Fin dall’inizio abbiamo agito con  trasparenza e obbiettività, scegliendo di affidare alla procedura di Valutazione di impatto ambientale la fattibilità dell’opera e ritenendo di rimetterci al responso di valutazioni tecniche per la salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente. Siamo consapevoli dell’importanza del progetto, ma nello stesso tempo pensiamo che sia necessario perseguire la strada della tutela della salute pubblica e della sostenibilità. L’atteggiamento della Provincia è sempre stato improntato alla massima responsabilità e al principio di cautela”. I partecipanti al tavolo hanno espresso “apprezzamento per la disponibilità manifestata dalla Provincia  a fornire a Conserve Italia  tutte le informazioni necessarie affinché l’azienda possa chiudere le pratiche richieste a seguito della presentazione dell’istanza”. Le associazioni agricole hanno evidenziato – a fronte del fatto che il sito di Lusurasco è leader in Italia nella trasformazione di mais dolce e secondo a livello europeo – come “un impianto biogas chiuderebbe il ciclo della produzione, utilizzando i sottoprodotti dello stesso mais”. I sindacati hanno rimarcato “l’indotto che un simile impianto porterebbe sul territorio, sia in termini di posti di lavoro che di aziende coinvolte”. La stessa azienda aveva parlato di assunzione di 200 lavoratori tra fissi e stagionali e 350 aziende coinvolte.  

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