Bersani a Piacenza. Le Comunali: non complichiamoci la vita

«Le prossime Comunali a Piacenza? Penso che qui partiamo nettamente in vantaggio grazie a tanti anni di buon governo. Grossi problemi non ne vedo, a meno che non andiamo a complicarci la vita da soli».

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L’immancabile sigaro in bocca, un bicchiere di birra, autografi e saluti ai militanti dispensati con allegria e senza parsimonia. Ha accennato perfino qualche nota della canzone di Vasco, “Siamo ancora qua”, davanti alla moglie Daniela Ferrari seduta in prima fila. Si vedeva che ieri sera Pierluigi Bersani respirava l’aria di casa.

Prima di salire sul palco del Bastione e rispondere alle domande di Emanuela Ferri (Omnibus La7), il segretario nazionale del Pd si è concesso a un paio di domande sul dopo Reggi ed ha ostentato grande sicurezza sull’esito delle elezioni della prossima primavera. «Il consiglio che posso dare al Pd e al centrosinistra a Piacenza – ha detto Bersani – è quello di partire essendo orgogliosi. Questa ultima amministrazione ha portato miglioramenti evidenti che i cittadini hanno visto. Partiamo da lì, perché noi, ad amministrare, siamo meglio degli altri. La città ha fatto passi avanti, sono assolutamente ottimista. Traffico di candidati nel Pd? Ma è sempre così, siamo un partito che discute, ma alla fine si arriva al dunque e si è tutti compatti. Problemi non ne vedo, a meno che non ci tiriamo la zappa sui piedi da soli».

Una volta sul palco, invece, Bersani è partito subito in quarta attaccando il Governo sul fronte caldo di questi ultimi mesi, la manovra finanziaria. Partendo con una battuta sul tema dell’abolizione delle feste civili. «Intanto voglio salvare anche sant’Antonino. In questo decreto ci sono cose pazzesche». Subito dopo ha parlato di «maggioranza allo sbando» al punto che «o diamo un drizzata a questa partita, o altrimenti già dalla prossima settimana rischiamo guai seri».

«Se l’economia italiana cede, si tira dietro l’euro» ha continuato.

Secondo Bersani la manovra del governo «non è credibile perchè non contiene nulla che possa far crescere il Pil più di quel magro 0,7% previsto». Ed ecco, allora, la contromanovra del Pd. «Occorre introdurre un’imposta sui grandi patrimoni immobiliari; è scandalosa la minimizzazione che ha ricevuto la proposta di tassare al 20 per cento la platea dei condonati che ha fatto rientrare i capitali dall’estero. E’ lì che bisogna intervenire». E ha aggiunto: «Non la chiamo patrimoniale perché in tutto il mondo esiste una tassazione sugli immobili per certi redditi e non la chiamano patrimoniale. Si deve smettere di toccare l’Irpef che tocca solo dipendenti e pensionati».

Per Bersani la lotta all’evasione fiscale non si combatte come sta facendo il ministro Tremonti (che domani sarà a Piacenza). «Servono meccanismi affidabili, come l’antiriciclaggio e la tracciabilità finanziaria. Non è credibile un governo che contabilizza nella manovra i proventi futuri del recupero dell’evasione al fisco, l’Europa non lo consente». Quindi ha toccato il tema delle riforme, come quella del welfare: «Vogliamo discutere un aggiustamento del sistema pensionistico e l’introduzione di meccanismi di flessibilità in uscita dal lavoro con incentivi per chi ritarda il pensionamento».

Non poteva mancare la questione morale con il caso Penati. «Noi non grideremo mai ai complotti, ed è da sottolineare come Penati abbia compiuto un passo indietro rispetto alle sue funzioni politiche. Da respingere invece tutti i teoremi che stanno girando e che vogliono collegare il Pd alle inchieste, chiederò i danni a tutti quelli che sostengono queste tesi».

Quindi Bersani, nel lodare il sistema delle primarie, ha toccato il tema delle alleanze aprendo anche a personalità come Profumo e Montezemolo, «molto competenti». «La nostra proposta politica si rivolge a tutte le forze moderate che vogliono il superamento del populismo e del berlusconismo. La coalizione di centrosinistra dovrà avere un profilo di governo e quindi occorre dirimere prima eventuali problemi programmatici, non ce lo ordina il dottore di metterci insieme con forze che non condividono precisi principi».

Prima di Bersani sul palco erano saliti anche il segretario provinciale del Pd Vittorio Silva e quello regionale Stefano Bonaccini. Proprio quest’ultimo ha messo nel mirino una doppia vittoria storica il prossimo anno, a Piacenza e a Parma. «Si vince se si sta uniti, no alla conta di chi è più bravo».