Dopo lunghe e continue campagne di denuncia, finalmente si stanno aprendo gli occhi di tutti su quella che è una situazione insostenibile all’interno della scuola. Davanti agli ulteriori tagli di quest’anno (82 insegnanti a cui si aggiungono le notizie purtroppo confermate di 66 collaboratori scolastici), ieri, la conferenza scolastica provinciale ha approvato all’unanimità un documento di forte denuncia di una situazione che, per il suo protrarsi, mina alle fondamenta tutto il sistema scolastico.
Il settore scolastico e formativo, soprattutto in un momento di crisi come è quello che stiamo attraversando, non dovrebbe essere sottoposto a tagli, ma incentivato e potenziato da interventi riorganizzativi che non precludano nessuna possibilità ai giovani.
Stiamo assistendo invece ad un fenomeno di tagli indiscriminati che stanno distruggendo la qualità, duramente costruita, della scuola.
La mia preoccupazione è motivata anche dal fatto che, come amministratore, porto sulle spalle tutto il peso della vicinanza alle problematiche dei cittadini (gli studenti e le loro famiglie in questo caso) senza poter avere strumenti per intervenire. Questa situazione è calata dall’alto senza un confronto con chi opera vicino alla cittadinanza: così facendo arretra la qualità della scuola, ma soprattutto si tolgono possibilità future ai giovani che già devono confrontarsi con un mercato del lavoro in forte crisi.
Un’altra forte preoccupazione è l’aspetto discriminatorio che questa riforma nasconde al suo interno. Una scuola che deve sempre di più basarsi sul sostegno economico delle famiglie, non è una scuola pubblica come la intendiamo. Così come chiede l’articolo 34 della Costituzione, oltrepassate le barriere delle diversità sociali, la scuola deve dare a tutti, in egual modo, la possibilità di affermarsi: ora con i tagli si escludeno e penalizzano i ragazzi con difficoltà economiche anche se hanno tutte le carte in regola per un buon futuro.
Questa riforma nasconde un’altra trappola: davanti ad un arretramento così forte dalle proprie competenze formative da parte del Ministero, molti cittadini sono portati a chiedere agli enti locali di supplire alle mancanze. Ora è bene dichiararlo in modo forte: ognuno ha le proprie competenze. In questo caso stiamo assistendo ad un abbassamento dell’offerta formativa che è appannaggio di un ministero a cui compete la programmazione didattica che non può essere delegata ad altri, altrimenti non è più scuola. Questa cosa è bene precisarla in maniera forte è chiara e non bisogna fare confusione. Considerando questa situazione insostenibile, come amministratore, ritengo importante adoperare le poche armi a mia disposizione per sostenere tutti quei cittadini che, avendo visto l’eliminazione di un proprio diritto, intendano avviare dei ricorsi. In tal senso, sarà mia premura, una volta da loro avviate le procedure legali di ricorso, sostenere con precisi atti tutte queste cause affinché i diritti negati vengano riconosciuti.
(comunicato stampa dell’assessore al Futuro Castagnetti)