Stop al consumo di nuovo territorio agricolo e mantenimento della forma urbana all’interno del perimetro della tangenziale; la delocalizzazione dello scalo merci rendendo la stazione bifronte (con accesso anche dal lato Po); ma soprattutto la necessità di cogliere l’occasione offerta dalla trasformazione delle aree militari e del federalismo demaniale nella speranza che si concretizzino gli accordi.
E’ questa l'”anima” della bozza preliminare del Piano strutturale comunale (Psc) ieri al suo debutto istituzionale davanti alla commissione 2 Assetto del territorio. Il vicesindaco Francesco Cacciatore, affiancato dagli architetti Claudio Maccagni e Alessandra Balestrazzi (ufficio Psc), ha illustrato le caratteristiche di un piano «che costituirà lo sviluppo della città nei prossimi dieci anni» ha annotato, aggiungendo che l’obiettivo realistico dell’amministrazione in carica, visti i tempi, è quello di adottare il piano entro la fine del mandato.
Un Psc sul quale però pende l’incertezza sul futuro delle aree militari e demaniali, elementi decisivi. E’ in particolare su questi tasti – aree militari e federalismo demaniale – che la lunga e corposa relazione del vicesindaco, corredata di slide e rendering, ha insistito. A prescindere dall’incognita legata alla localizzazione del nuovo stabilimento militare (sulla quale negli anni si è assistito a diversi cambiamenti di rotta), sulle aree militari – considerate per ora come un tutt’uno – i tre scenari possibili visti dal Master Plan redatto dal Politecnico disegnano una “Piacenza città del verde”, una “Piacenza città d’abitare” e una “Piacenza città della conoscenza”.