Emilia Romagna: approvato progetto di legge contro la mafia

Maggiori interventi nel contrasto alle ecomafie e la possibilità per la Regione di costituirsi parte civile nei processi per mafia per essere a fianco delle vittime della criminalità organizzata.
Sono le principali novità introdotte nella legge regionale “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile” voluta dalla Giunta e approvata dalla Commissione bilancio e affari generali dell’Assemblea legislativa. Il testo sarà ora sottoposto all’Assemblea legislativa per l’approvazione finale.

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Tra le novità, oltre alla possibilità per la Giunta regionale di costituirsi in giudizio per tutelare diritti e interessi lesi dalla criminalità organizzata, il testo emendato introduce nuove norme per potenziare l’attività di contrasto alle ecomafie e alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’ambiente.
Gli strumenti previsti sono gli accordi e le convenzioni che la Regione potrà siglare con le autorità statali operanti nel settore ambientale, le associazioni di imprese, le organizzazioni sindacali e le associazioni di volontariato e ambientaliste “certificate” dal Ministero dell’Ambiente. 

Il progetto di legge prevede poi un aumento degli sforzi per la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile nel mondo dell’impresa, della cooperazione, del lavoro e delle professioni. Per favorire il coinvolgimento degli operatori nelle azioni di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa, si  punta a promuovere iniziative di sensibilizzazione e formazione, in collaborazione con le associazioni, gli ordini e i collegi dei professionisti. Sono, infine, previste iniziative di formazione anche per i dipendenti degli enti locali.

DI SEGUITO IL COMUNICATO DI MARCO CARINI:

L’Emilia Romagna come terra di frontiera per la criminalità organizzata. Se ne occupa l’edizione nazionale de “Il Sole 24 Ore” di oggi, 20 aprile, che conclude con un articolo (a pagina 13) firmato da Roberto Galullo un’ampia e articolata inchiesta sulle ramificazioni al nord delle attività malavitose della mafia. Tra le azioni di contrasto messe in campo negli ultimi mesi viene citata anche l’iniziativa del consigliere regionale piacentino del Partito Democratico Marco Carini, che ha presentato all’assemblea legislativa regionale una risoluzione approvata all’unanimità per chiedere alla Giunta di attivarsi presso il ministero dell’Interno perché anche in Emilia venga istituita un’agenzia operativa della Dia (la Direzione Investigativa Antimafia). Carini auspica che a fronte di questa iniziativa, che ha riscosso un consenso trasversale, ci sia una risposta rapida del governo: “Mi meraviglierei se – fa notare il consigliere piacentino – pur con tempi lunghi il ministro Roberto Maroni non ci rispondesse neppure”. Nell’articolo de “Il Sole 24 Ore” c’è la testimonianza di vari magistrati in prima linea nella lotta alle infiltrazioni criminali. Ne esce un quadro decisamente preoccupante, con un ritratto a due facce della mafia che ha raggiunto la via Emilia, da Piacenza a Rimini: da un lato la criminalità dei cosiddetti “colletti bianchi”, dall’altro anche la camorra violenta che minaccia e perseguita imprenditori e commercianti. “Anche a Piacenza la Prefettura – fa notare Carini – sta estendendo la prassi dei protocolli sulla legalità ai quali sono chiamate a uniformarsi tutte le istituzioni locali e le categorie economiche. Cresce la sensibilità nei confronti del rischio di infiltrazioni malavitose nel nostro tessuto produttivo, ma occorre mantenere alta la guardia soprattutto nel settore dei grandi appalti e nei confronti di alcune attività economiche provenienti da fuori del nostro territorio. I tentacoli della criminalità organizzata hanno già raggiunto le province di Parma, Reggio e Modena, lambendo anche il quella di Piacenza”.