Contrastare la dispersione di insediamenti produttivi e abitativi per contenere il consumo di capitale naturale e accrescere l’efficienza del sistema territoriale e urbano. E’ l’obiettivo principe del Piano Territoriale Regionale, lo strumento di programmazione con il quale la Regione delinea la strategia di sviluppo del territorio dell’Emilia Romagna, al centro per tutta la giornata, di un convegno nella sede regionale di via Aldo Moro, a Bologna, al quale ha preso parte anche l’assessore provinciale Patrizia Barbieri. Promotore dell’iniziativa l’assessore regionale Alfredo Peri che ha riunito tutti gli assessori provinciali alla “Pianificazione territoriale”. In cabina di regia Damiano Zoffoli, presidente della Commissione “Territorio, ambiente e mobilità” dell’assemblea legislativa. In introduzione i contributi tecnici, che hanno posto sul tavolo gli argomenti poi oggetto di discussione politica. La professoressa Paola Bonora (Università di Bologna) ha relazionato sul “Consumo di suolo e la dispersione abitativa”, il collega del Politecnico di Milano, Roberto Camagni ha parlato di “Costi e vantaggi delle trasformazioni territoriali”. Da Maria Cristina Gibelli, anch’ella del Politecnico, focus sulla “Governance territoriale”. Scopo dell’incontro: gettare uno sguardo allargato alle trasformazioni territoriali e alle dinamiche d’insediamento “il cui governo – ha spiegato l’assessore Barbieri – riteniamo debba essere al centro di politiche integrate”.“C’è necessità – ha sottolineato l’assessore – di intervenire sul consumo del suolo per non perdere il controllo del territorio. Non sempre dare risposte coordinate è semplice. A volte i modelli si intersecano e le risposte delle varie province non sono univoche”. “Ad ogni modo gli amministratori – lo hanno dimostrato oggi – hanno piena coscienza del problema e piena consapevolezza della necessità di interventi su area vasta. A questo primo passo bisogna far seguire l’individuazione di metodi efficaci per una pianificazione che tenga conto delle realtà locali, senza perdere di vista il quadro d’insieme”. Nel PTR Piacenza viene giudicata “Ponte per la Lombardia, la Liguria e il Piemonte”. Il documento rileva la nascita dei “decentramenti universitari” della Cattolica e del Politecnico e affida al nostro territorio un importante ruolo di “crocevia logistico”. Il Piano evidenzia anche che Piacenza è sede di attività definite “knowledge intensive”, quali: la stessa analisi e progettazione logistica e le industrie meccatroniche “che la collegano idealmente alle aree modenese e reggiana”. La collina è giudicata “di pregio”, “con una importante storia culturale di livello europeo e uno spazio montano di grandissimo valore”, “una montagna per la quale sono state sviluppate progettualità di respiro interregionale”.