5 anni di reclusione. E’ la pena chiesta dal Pm Antonio Colonna per Marco Bongiorni, l’ex guardia giurata che nel giugno 2006, secondo l’accusa, fece sparire dal furgone portavalori che stava conducendo circa 270 mila euro. Il furgone, lo ricordiamo, venne trovato in una stradina di campagna nei pressi di Gragnano. L’uomo, contrariamente al reato per cui era accusato: appropriazione indebita; è stato invece processato per peculato. Il Pubblico ministero Colonna, nell’udienza di questa mattina, ha chiesto di riqualificare il reato perché, avendo preso il denaro dalle poste, Bongiorni era diventato un incaricato di pubblico servizio. Opposta la tesi dell’avvocato difensore, Guido Gulieri, il quale ha detto che vi sarebbero solo indizi in questo processo e che non sarebbero né gravi né tantomeno concordanti. Il suo assistito, sempre secondo Gulieri, sarebbe stato vittima di una rapina e gli elementi dell’accusa si baserebbero su prove non completamente confermate. Per esempio la difesa ha messo in evidenza che è stato trovato solo una piccola parte del Dna su un lembo di nastro adesivo usato per imbavagliarlo. Inoltre, secondo Gulieri, mancavano i dati relativi alle segnalazioni delle cassette di sicurezza. Queste cassette hanno infatti al loro interno un microchip, di cui la guardia giurata, secondo la difesa, non poteva sapere nulla, che servono a registrare i tempi impiegati per aprire e chiudere la cassetta e reinserirla nella rastrelliera. Infine, altro aspetto fatto emergere dalla difesa, ha riguardato l’assenza delle intercettazioni telefoniche che possano provare la colpevolezza, così come l’assenza di controlli bancari sui conti di Bongiorni che possano far sospettare il reato. Al termine l’avvocato Gulieri ha quindi chiesto l’assoluzione, contro i 5 anni presentati dall’accusa. La prossima udienza è prevista per il 3 maggio.