Sono 23 i missionari martiri uccisi nel 2010, più di 250 negli ultimi 10 anni. Per ricordarli giovedì 24 marzo si celebra in tutto il mondo la “Giornata di preghiera e digiuno” che quest’anno ha come slogan: “Restare nella speranza”. La giornata ricorre nel 31esimo anniversario della morte (violenta) di Oscar Romero, arcivescovo cattolico salvadoregno, ucciso a causa del suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura del suo Paese. Il presidente della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi accoglie la proposta e fa sapere che aderirà all’iniziativa. “Un gesto di carità per chi ha testimoniato la propria fede a costo della vita – spiega –. Il martirio non è solo storia, ma attualità. Ne abbiamo un triste esempio nella recente uccisione del ministro pakistano Shahbaz Bhatti, un simbolo – come l’ha definito il ministro Frattini – della libertà religiosa, che ha pagato con il sacrificio della propria esistenza. Il 5 gennaio era stato ucciso il governatore musulmano del Punjab, Salman Taseer, che aveva ‘osato’ opporsi alla condanna a morte ad Asia Bibi. Lo ha spiegato molto bene nei giorni scorsi il patriarca di Venezia Angelo Scola: ‘Il sangue benedetto dei martiri dei nostri giorni non ridonda solo sui cristiani, ma su tutta la famiglia umana perché ci insegna la grande legge dell’esistenza: la vita ci è data, nessuno può autogenerarsi, e ci è data per essere donata. I martiri indicano la via della libertà religiosa e della pace, per tutti gli uomini, credenti e non credenti”.