“Non si possono spezzare le radici perché è nel riconoscimento del proprio passato che un popolo fonda la propria identità e costruisce il proprio futuro. E non c’è chi non possa non riconoscere che l’Unità d’Italia sia stata per il nostro Paese uno straordinario fatto propulsivo, caratterizzato da una forte partecipazione popolare, da una forte spinta alla giustizia, alla libertà”.
Lo ha detto il presidente della Regione Vasco Errani chiudendo la seduta solenne con cui l’Assemblea legislativa della Emilia-Romagna ha celebrato oggi a Bologna i 150 anni dell’Unità d’Italia. Aperti dal presidente dell’Assemblea Matteo Richetti, i lavori – cui hanno partecipato anche la presidente della provincia di Bologna Beatrice Draghetti, il commissario del Comune Anna Maria Cancellieri, il prefetto Angelo Tranfaglia e il questore Vincenzo Stingone e il questore e la presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini – hanno visto la lectio magistralis del professor Angelo Varni dell’Università di Bologna e vicepresidente del Comitato regionale per le celebrazioni dei 150 anni. “Io penso che la principale emergenza di questo Paese – ha sottolineato Errani in un passaggio del suo intervento – sia culturale, la prevalenza di un pensiero corto, semplificato, legato alla quotidianità. Siamo sicuri che alla complessità dell’oggi la migliore risposta sia l’urlo? Abbiamo bisogno di una rinascita, civica e culturale, abbiamo bisogno di unirci, di dare speranza alle nuove generazioni. La vera rivoluzione sono il senso civico, la responsabilità, il rigore intellettuale”.
Citando una lezione tenuta da Piero Calamandrei nel 1955, Errani ha anche ricordato la continuità che esiste tra il Risorgimento e la Costituzione repubblicana, nella quale “c’è tutta la nostra storia, il nostro passato…, le nostre glorie, i nostri dolori, le nostre sciagure. E ad intendere bene, ci si sentono voci lontane…” “Questo – ha concluso Errani – è il significato di questa giornata. Per me è uno stimolo e un impegno”.