Il Consiglio comunale sarà chiamato ad esprimersi sul futuro delle circoscrizioni e sulla richiesta di un incontro pubblico d’approfondimento che coinvolga la cittadinanza sul tema. Questa la linea stabilita ieri dalla commissione consiliare per il decentramento sulla base delle istanze fornite dai presidenti dei quattro quartieri cittadini.
Dopo l’approvazione del decreto Calderoli infatti, con la prossima tornata elettorale rischiano l’abrogazione tutti i consigli circoscrizionali per i comuni al di sotto dei 250 mila abitanti. Una prospettiva che – complice l’instabilità dell’attuale legislatura – ha stimolato le circoscrizioni italiane a riflettere sulla propria sopravvivenza costituendo un «coordinamento nazionale» in grado di elaborare proposte di rinnovamento e fornire alla politica una nuova chiave di lettura del sistema partecipativo “dal basso”. Obiettivo: salvare «il primo gradino della democrazia locale», sia essa espressa sottoforma di consiglio di quartiere o attraverso un nuovo strumento istituzionale.
Per questo la commissione di ieri ha preso in esame l’ultimo documento preparato dal coordinamento nazionale, esprimendo parere favorevole unanime (ad eccezione dell’astensione del consigliere Pdl Giovanni Botti) alla trasmissione delle istanze al dibattito consiliare. Tutti i consiglieri hanno infatti sottolineato il valore istituzionale dei quartieri, pur non sottovalutando le difficoltà – per scarsità economiche o di deleghe – con cui questo riesce effettivamente ad essere esercitato. Si è utilizzata la definizione di «depressione politica» per riassumere lo stato di salute attuale dei consigli circoscrizionali. Un dibattito che è apparso trasversale alle linee dei singoli partiti e che – secondo tutti i presenti – merita di essere affrontato da sindaco e giunta «una volta per tutte, prima che sia troppo tardi».
Sul documento (a cui hanno preso parte anche i presidenti dei quartieri 2 e 4 Pierangelo Solenghi e Pierangelo e Angelo Bertoncini, oltre all’assessore con delega al decentramento Ignazio Brambati) presentato durante la seduta di ieri, è intervenuta la presidente del consiglio di quartiere 1 Alba Saggini con qualche precisazione circa il contesto piacentino. «Dalla lettura di questo documento nazionale, noto con stupore che in altre città i consigli circoscrizionali hanno raggiunto un ruolo diverso da quello ottenuto a Piacenza – ha sottolineato Saggini – da tempo ci lamentiamo di non essere interpellati, di apprendere di certe scelte amministrative dai giornali. Lo stesso quartiere 1 da più di un anno non esprime pareri per evidenziare la condizione in cui siamo relegati. Un atteggiamento che non ha sortito effetti, a dimostrazione dello scarso interesse che regna sull’argomento».