«L’amministrazione Reggi non ha una visione della città. Basta con la politica dei divieti. Noi ci candidiamo per far ripartire la nostra Piacenza».
Voto anticipato oppure no, il Pdl è già in piena campagna elettorale.
Il clima che si respirava ieri all’auditorium Sant’Ilario, dove è andato in scena il convegno “Si può dare di più”, ne è stata la più palese dimostrazione. Il Popolo della libertà ha rilanciato la sua idea di sviluppo attaccando a tutto campo l’amministrazione comunale di centrosinistra, colpevole, a suo dire, di aver fatto arretrare la città insisitendo con politiche sbagliate in ogni campo: mobilità, sociale, urbanistica e soprattutto, sviluppo economico.
Padrini dell’evento i consiglieri comunali che, a scando di equivoci, hanno voluto lanciare subito un messaggio di unità e solidità del gruppo a dispetto della recente defezione di Sandro Ballerini e delle polemiche su un’azione politica tutt’altro che corale. Sul palco anche Luigi Salice, sul cui conto si dice tanto di un interessamento a Fli, che però non è detto si concretizzi. Ed in sala, oltre ai quadri dirigenti del partito (Tommaso Foti, Massimo Trespidi, Andrea Pollastri), alleati e amici del centrodestra: come i Liberali Piacentini (con Antonino Coppolino e Vito Neri), l’Mpi (Riccardo
Palmerini) e la Lega Nord (Guido Gulieri).
Tutti gli otto componenti del gruppo hanno affilato le armi, ognuno attaccando la giunta Reggi su un argomento. Ma prima è stato il coordinatore Foti a galvanizzarli enfatizzando la grande passione con cui i consiglieri si battono, ma non rinunciando a colpire anche nel merito.
«Palazzo Uffici? Il centro lo si fa rivivere riportando le persone in in centro, non fuori dai centri nevralgici. Parcheggio Cavallerizza vuoto? Normale, Reggi ha abituato tutti ai bus navetta» ha detto Foti comparando poi una «Piacenza che non cresce» a realtà limitrofe come Parma, Cremona, Mantova e Pavia «che, con le amministrazioni di centrodestra, hanno cambiato volto in positivo».
Politicamente denso di significati anche il saluto del presidente della Provincia ed ex collega Massimo Trespidi che, citando anche la big society del premier britannico David Cameroon, ha ricordato che «il centrodestra è piu’ spazio alla società civile e meno interferenze da parte di enti pubblici» e lodato il «buon governo della Provincia». E non è mancata una frecciata al gruppo dirigente del Pd: «In una foto pubblicata sui giornali ieri ho visto tre dipendenti della Provincia (Cacciatore, Silva e Palladini, ndr), oggi assessori o segretari, che criticano il loro ente di appartenenza».
Trespidi infine ha annunciato che, «non appena inizierà la vera campagna elettorale, smetterò i panni istituzionali e non mi tirerò certo indietro a schierarmi a fianco del mio partito».
Poi palcoscenico ai consiglieri. Moderati da Carlo Mazzoni sono intervenuti per primo Marco Civardi che ha battuto il tasto dello Sviluppo economico non risparmiando critiche all’assessore Anna Maria Fellegara sul Parco Enogastronomico: «Con Guidotti sindaco c’era un’idea di sviluppo, oggi no. Fin d’ora noi ci candidiamo a fare ripartire la città». Ricetta: «Rilanciare il rapporto Università- imprenditoria e attirare le industrie manufatturiere». Secco Filiberto Putzu su ambiente e sviluppo: «Basta con la politica dei divieti e degli obblighi, serve impegno reale su piste ciclabili e verde per creare una città gentile». Putzu ha poi rilanciato l’idea di un campus universitario Piacenza «con corsi di laurea specifici» e la necessità di «nuove infrastrutture per il trasporto». Rilancio del centro storico e cambio della viabilità al centro degli interventi di Lucia Girometta e Giuseppe Caruso. Quest’ultimo ha parlato di «politiche di eutanasia per il centro», mentre la Girometta ha duramente contestato l’allargamento della Ztl. Bordate anche da Marco Tassi. Giovanni Botti ha attaccato sul sociale «che non deve essere assistenzialismo, ma sussidiarietà». Salice ha criticato «la legittimità e la superficialità con cui vengono fatti molti atti del Comune, uno dei veri indicatori della bontà di un’amministrazione»; e, da ultimo, «l’ultima trovata della “carta etica” di Reggi, una carta vuota». Infine Mazzoni, con un intervento più politico, ha rivendicato per il Pdl «il ruolo di vero motore della coalizione».