Arnone scuote il Partito democratico piacentino e nazionale

A fondo pagina ascolta l’intervista di Gianmarco Aimi a Giuseppe Arnone ed il servizio di Massimo Paradiso.

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Piacenza, Bettola, Agrigento. E’ la triangolazione del nuovo caso esploso in casa Partito democratico. Giuseppe Arnone, consigliere comunale del Pd di Agrigento e pilastro dell’antimafia ha fatto spuntare oggi a Piacenza i primi 80 dei 200 manifesti dai quali chiede aiuto a Bersani e ai compagni emiliani del partito per fare piena luce sui rapporti tra mafia e Pd in Sicilia. Alcuni dei manifesti sono stati però strappati nottetempo visto che la segreteria provinciale dei Democratici, con il segretario Vittorio Silva in prima fila, non hanno digerito molto bene la clamorosa iniziativa dell’avvocato siciliano. Anche perché, fa capire Silva, chi ha fatto affiggere quei manifesti è stato espulso dal partito. Qualcuno parla già di “clamoroso autogol per il Pd”, visto che da Lampedusa arriva un comunicato stampa a firma del segretario dei Democratici dell’isola nel mediterraneo che assicura come Arnone sia regolarmente iscritto al Pd, elogiandone il suo operato trasparente e a favore della legalità.

Intanto Arnone ha già fissato una conferenza stampa per martedì a Piacenza per illustrare il contenuto dei suoi manifesti e ironizzando sul dirigente nazionale del partito Antonio Misiani che mercoledì sera ha spedito una lettera di diffida nei confronti del Comune di Piacenza e Bettola chiedendo di non esporre i manifesti in città: “Sono disponibile a dare lezioni di Costituzione e libertà di pensiero a Misiani, se vuole”.