“Iniziativa lodevole di cui bisogna verificare i limiti giuridici”, a dirlo è Andrea Pollastri (PdL) presentando un’interrogazione sulla gigantografia di Sakineh Mohammadi Ashtiani esposta in Regione.
L’immagine che ritrae la donna iraniana che rischia la lapidazione con l’accusa di aver ucciso il marito, campeggia, infatti, dallo scorso 7 settembre sulla facciata del palazzo dell’Assemblea Legislativa Regionale.
Tale gesto, annunciato dal Governatore Vasco Errani e dal Presidente dell’Assemblea Matteo Richetti, testimonia la partecipazione alla campagna internazionale per la liberazione di Sakineh e richiama l’opinione pubblica sul rispetto dei diritti umani, in modo particolare sottolineando la netta contrarietà verso la condanna a morte ed al modo con cui essa dovrebbe essere comminata.
“Condivido pienamente le finalità dell’iniziativa – spiega Pollastri – è doveroso far sentire la nostra voce di cittadini di uno Stato che fa del rispetto alla persona il cardine della propria Costituzione contro chi, invece, non ha alcun rispetto della vita e della dignità, in modo particolare delle donne.
Fa bene il Presidente Errani a parlare di “battaglia per la civiltà”, quella stessa battaglia che i Paesi Occidentali stanno lodevolmente portando avanti dal 2001 contro il terrorismo soprattutto di matrice islamica ed i fautori delle più efferate barbarie contro i più deboli, come ad esempio le donne, e gli innocenti.
Ben venga allora una presa di distanza netta della sinistra, troppo spesso accondiscendente, se non benevola, nei confronti degli islamisti, siano essi terroristi o, come nel caso iraniano, estremisti che utilizzano la legittimità data dalla propria posizione di potere per sostenere pratiche aberranti come quella della lapidazione.”
“Pur esprimendo, quindi, – prosegue l’azzurro – sostanziale apprezzamento per il merito della scelta di issare l’immagine di Sakineh sulla facciata dell’Assemblea Legislativa, ho qualche dubbio di tipo giuridico che ciò sia legittimo, soprattutto alla luce del fatto che potrebbe aprire la strada all’affissione di immagini, simboli o scritte arbitrariamente collocati e passibili di trasmettere messaggi ideologici o comunque strumentalizzabili. È il caso di quanto avvenne qualche anno fa quando le bandiere arcobaleno, divenute da segno neutrale un chiaro simbolo di schieramento, vennero poste su molti edifici pubblici e prontamente rimosse dopo le proteste dei cittadini che, pur favorevoli alla pace, non volevano che i luoghi pubblici venissero sfruttati a scopo ideologico.”
“Per questo motivo – chiosa – ho ritenuto di presentare un’interrogazione per chiedere in base a quale norma o regolamento sia stato possibile affiggere l’immagine di Sakineh alla frontespizio dell’Assemblea Legislativa e se sia possibile avere gli atti relativi all’autorizzazione.”