Consiglio provinciale: passa la mozione anti-burqua

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No ai burqua, anche la Provincia di PIacenza sostiene la proposta di legge per impedire alle donne musulmane di indossare il velo. Il consiglio provinciale, alla prima riunione del nuovo anno politico, ha infatti approvato la mozione della Lega nord, a firma del consigliere Enzo Varani, a sostegno della proposta parlamentare che potrebbe vietare per legge i burqua e qualsiasi indumento atto a impedire la riconoscibilità delle persone. Il Partito democratico si è però mostrato freddo rispetto alla proposta del Carroccio: secondo i Democratici esistono già norme in vigore che limitano l’irriconoscibilità delle persone invitando l’amministrazione, questa l’opinione dell’ex presidente della Provincia, Gianluigi Boiardi, di trattare temi ben più contingenti “come la crisi”. Ma la Lega, insieme con il Pdl non ha ceduto di un millimetro. La proposta è infatti stata votata a maggioranza. E la maggioranza ha anche bocciato la proposta del Pd sulla proroga del pagamento sulle quote latte. Il Pd ha infatti bacchettato il Governo sulla proroga al 31.12 del pagamento delle multe per gli splafonatori ma, questa l’opinione del Pdl, “la proroga serve per evitare il fallimento di alcune imprese”.

Tornano a sedere tra i banchi del consiglio provinciale gli eletti di via Garibaldi. Al termine della pausa estiva l’assemblea provinciale torna quindi a riunirsi con un ordine del giorno ricco di spunti: quello che balza subito agli occhi è la proposta del gruppo della lega nord che propone una mozione per la tutela dell’ordine pubblico sul territorio.Nel particolare, il partito del carroccio propone una mozione per il divieto di indossare i burqua, il velo integrale che le donne musulmane vestono al di fuori di casa.Nella proposta della lega, a firma di Enzo Varani, si propone di sostenere la proposta di legge parlamentare per il divieto di burqua perché, si legge nella mozione, si impedisce il riconoscimento della persona, un argomento che si preannuncia caldo, vista l’attualità e che rischia di infiammare anche il primo consesso del nuovo anno politico.