Il marchio De Rica ceduto alla Olam International di Singapore dalla Conserve Italia. Se i sindacati ed il presidnete di Coldiretti, Luigi Bisi, si dicono preoccupati per la “svendita” di un marchio made in Italy, anche il Partito democratico si interroga su questa operazione finanziaria e si domanda che ruolo abbia giocato la Provincia di Piacenza.
Ecco il comunicato arrivato da viale Risorgimento.
“Il marchio De Rica lascia l’Italia e così un altro pezzo dell’industria agroalimentare piacentina scompare, segnando una pesante sconfitta per il nostro territorio. La notizia che il gruppo Conserve Italia ha firmato un accordo con la multinazionale Olam International di Singapore, quinto gruppo alimentare mondiale, che prevede la cessione e l’utilizzo del marchio De Rica per il solo continente africano, desta infatti parecchio stupore.
La notizia arriva dopo che per anni sono giunte rassicurazioni in proposito, ma soprattutto dopo che il sistema piacentino aveva dimostrato di essere in grado di vincere la sfida, affidando negli anni scorsi ad Emiliana Conserve il ramo d’azienda per permettere il proseguimento della produzione, consentendo al contempo di salvaguardare l’occupazione sul territorio.
Ora che Conserve Italia, proprietaria del marchio De Rica, ha deciso di vendere all’estero questo importante simbolo di qualità del pomodoro piacentino, come Partito Democratico non possiamo che associarci alle parole del presidente di Coldiretti, Luigi Bisi, che ha definito questa operazione “uno scempio”, aggiungendo poi che questa situazione è “un esempio di come non si faccia nulla per valorizzare il lavoro degli agricoltori italiani”.
A questo punto, sarebbe importante capire qual è il ruolo giocato dalla Provincia di Piacenza in questa operazione, e cosa abbia da dire in proposito, visto che la passata amministrazione aveva salvato la produzione e di conseguenza aveva posto le condizioni per un ulteriore sviluppo dello stesso marchio”.
E anche l’assessore provinciale all’Agricoltura, Filippo Pozzi, ha risposto al comunicato del Pd. Secondo l’esponente di via Garibaldi, la Provincia non può intromettersi in operazioni industriali anche se “c’è rammarico” per aver venduto all’estero un marchio molto legato al territorio.