Due giorni fa è arrivata la sollecitazione del Ministro Zaia alla conferenza Stato-Regioni affinché si decida al più presto in merito alla proposta di abbreviare di un anno il periodo transitorio di accoppiamento parziale degli aiuti comunitari al pomodoro da industria; la domanda va infatti formalizzata alla Commissione europea entro il primo agosto 2009.Alla sollecita richiesta di Zaia, ha immediatamente risposto Coldiretti che con le principali strutture di autotrasformazione si è recata dall’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni per ribadire ancora una volta ciò che, già da diversi anni chiedeva, quando ancora altre organizzazioni erano di parere diverso, ovvero il disaccoppiamento totale degli aiuti.A Rabboni il presidente regionale e vice presidente nazionale Mauro Tonello insieme al presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, hanno auspicato che anche la nostra regione, tra le più importanti in Italia per questa produzione, vada nella direzione già tracciata dal ministro Zaia. Con i vertici regionali e provinciali Coldiretti, erano inoltre presenti Filippo Arata per Ainpo, Fausto Gandolfi per Copador, Piergiorgio Bassi e Stefano Spelta per Arp, Costantino Vaia amministratore delegato di Boschi, Paolo Voltini presidente del Consorzio Casalasco, oltre ad altri rappresentanti Coldiretti ed esponenti del comparto che di fatto rappresentano, la quasi totalità del pomodoro prodotto nel distretto. Con loro anche Giovanni Morini responsabile della commissione pomodoro di Coldiretti Piacenza che da sempre, a livello regionale, è stata capofila della proposta affinché si rivedesse da subito il regime transitorio, "nella consapevolezza, ricorda Luigi Bisi, che l’entrata in vigore del disaccoppiamento totale per i prodotti ortofrutticoli da industria, ridarà centralità all’azienda agricola; inoltre introdurlo a partire dalla prossima campagna non comporterà cambiamenti significativi per il settore, dato che si limiterà ad anticipare di un anno la definitiva applicazione di una riforma che rafforzerà notevolmente il ruolo delle OP, la loro capacità di organizzare e aggregare l’offerta, orientarla al mercato stabilizzando i prezzi, ma anche contribuendo alla tutela dell’ambiente e al miglioramento della qualità delle produzioni.Inoltre, ribadisce Bisi, rafforzerà i legami all’interno della stessa filiera produttiva, consolidando l’utilizzo, nei trasformati, di prodotti di origine nazionale, contro le falsificazioni e le imitazioni, mantenendo inalterato il livello occupazionale.L’applicazione totale della riforma, conclude Bisi, incoraggerà un maggior numero di coltivatori ad aderire alle Op, molte delle quali nel frattempo stanno condividendo appieno il progetto Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana e fornirà loro nuovi strumenti che assicureranno maggiore salvaguardia del plafond destinato al settore, erogando le relative risorse direttamente agli agricoltori senza alcuna intermediazione, evitando le deleterie quote "di carta".