Zootecnia, Coldiretti: “Aiuti in arrivo per gli allevatori in montagna”

Aiuti in arrivo per i produttori di latte della montagna e per gli allevatori di altri settori zootecnici. Ad annunciarlo è Coldiretti Piacenza nel sottolineare che gli agricoltori interessati potranno presentare l’apposita domanda all’Organismo pagatore competente, per la nostra regione AGREA, l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura, a partire dal prossimo 28 marzo e sino al 17 aprile 2017.

Giovanni Luigi Cremonesi, direttore di Coldiretti Piacenza
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Gli aiuti definiti a livello nazionale, prosegue l’Organizzazione agricola, andranno a sostenere gli allevamenti che producono latte bovino nelle zone di montagna con un ammontare di risorse pari 14 milioni di euro, ma anche il miglioramento della qualità del gregge per le aziende che allevano ovini e caprini, per un totale di 6 milioni di euro ed infine le aziende di allevamento di suini al fine di migliorare la qualità e il benessere degli allevamenti ai sensi della direttiva 2008/120 (CE) per un totale di 8.348.600 euro.  Gli importi unitari dell’aiuto, spiega Coldiretti Piacenza saranno determinati in base al numero di capi ritenuti ammissibili. Una volta presentata la domanda infatti e decorso il periodo di maturazione delle condizioni di ammissibilità fissate dal Decreto ministeriale del 1° marzo 2017 n. 940 (30 giugno 2017), gli agricoltori dovranno presentare una dichiarazione integrativa entro il 21 luglio 2017. In particolare, per ciascuna misura, aggiunge Coldiretti Piacenza, dovranno essere obbligatoriamente riportati i capi per i quali è richiesto l’aiuto e, nel caso dell’aiuto destinato alle aziende di allevamento di suini, si dovrà obbligatoriamente allegare il certificato rilasciato dal veterinario iscritto all’albo pena l’inammissibilità dei capi.

“Si tratta, commenta Giovanni Luigi Cremonesi, direttore di Coldiretti Piacenza, di una boccata di ossigeno per le aziende zootecniche che hanno vissuto negli ultimi 10 anni una crisi senza precedenti che ha comportato la riduzione del numero di capi con il pericolo di spopolamento delle aree interne e montane. In gioco, oltre all’indispensabile presidio del territorio c’è anche il primato dell’enogastronomia Made in Italy con la dipendenza dall’estero che per carne, salumi, latte e formaggi si avvicina oggi al 40%.”