West Nile virus, muore una donna di 78 anni

Sul decesso della donna di 78 anni arriva il comunicato dell’Ausl:

Radio Sound

La Direzione sanitaria dell’Azienda Usl di Piacenza conferma che la paziente di 78 anni residente a Piacenza, ricoverata nell’ospedale cittadino lo scorso 15 agosto per febbre elevata resistente alla terapia e che nei giorni successivi ha sviluppato una sintomatologia che ha fatto sospettare una infezione da West Nile (confermata poi da esami di laboratorio il giorno 24 agosto), è deceduta nel reparto di Rianimazione nella notte tra il 14 e il 15 settembre.

La donna, a causa di una importante e progressiva compromissione neurologica, era in stato di coma dal quale non si è più ripresa.

Nella giornata di sabato 15 settembre sono stati completati gli accertamenti che hanno confermato la malattia in un altro paziente. L’uomo, di circa 80 anni e residente a Caorso, è ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Piacenza.


Virus West Nile, a Piacenza si conta la prima vittima. Si tratta della donna di 78 anni, ricoverata all’ospedale di Piacenza a fine agosto. L’anziana si trovava nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Piacenza e nelle scorse ore ha ceduto alla patologia. In tutto, nella nostra provincia, si contano altre tre persone che nei giorni scorsi hanno contratto il virus: un uomo di 60 anni, uno di 80 e un ventenne.

Incubazione e sintomi

Nell’uomo, la malattia ha un’incubazione di pochi giorni ed i sintomi sono inapparenti nell’80% dei casi; quando si manifesta, si riscontra febbre elevata con malessere generalizzato, dolori muscolari e articolari, fino a casi di encefalite. Queste due ultime evenienze sono fortunatamente molto rare (circa 1 su mille). Nella maggior parte dei casi con sintomatologia, il malato si ristabilisce in circa una settimana, mentre nei casi più gravi possono residuare danni neurologici più o meno importanti. In Emilia Romagna si sono riscontrati da giugno a oggi una decina di casi di malattia umana con forma grave neuroinvasiva: a Piacenza si tratta della prima paziente accertata.

Prevenzione

Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Pertanto è consigliabile proteggersi ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

· usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto

· usando delle zanzariere alle finestre

· svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante

· cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali

· tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

La malattia neuroinvasiva da West Nile virus si manifesta prevalentemente negli ultrasessantenni con un rischio che incrementa al progredire dell’età e nelle persone con diabete, ipertensione, malattia renale e con patologie che determinano immunodepressione; è quindi necessario porre particolare attenzione a luoghi ove questa tipologia di cittadini vive e si concentra.

Non è necessario operare una disinfestazione con prodotti per eliminare gli insetti adulti in un’area definita attorno alla residenza dei soggetti ammalati perché, a differenza di quanto succede con altre malattie virali trasmesse da zanzare (Chikungunya, Dengue o Zika), l’uomo non contribuisce a diffondere la malattia.

Nella situazione attuale è opportuno attuare comportamenti corretti sia rispetto alla protezione dalle punture sia alle misure di contrasto alla proliferazione delle zanzare. Si precisa che alla fine dell’estate le zanzare comuni (Culex) cominciano a pungere anche al crepuscolo e non solo in ore notturne.

Terapia e trattamento

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.