Volontariato, due risoluzioni approvate in Regione: “Valorizzare l’autonomia territoriale dei centri servizi”

rigenerazione urbana, Contrastare marginalità e solitudine

La commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, ha approvato due risoluzioni, presentate rispettivamente da Pd e Fdi-An, per valorizzare l’autonomia organizzativa della rete dei Centri servizi per il volontariato (Csv): ok di Pd, Ln e Fdi-An, astenuto il M5s, voto contrario di Mdp-gruppo misto.

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“Con l’adozione dei decreti attuativi collegati alla legge nazionale sul terzo settore – ha spiegato Tommaso Foti (Fdi-An) – è previsto l’accreditamento di un Centro di servizi per il volontariato per ogni area con un milione di abitanti, si avrà quindi l’accorpamento tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, e non solo, relativamente agli organismi territoriali di controllo l’Emilia-Romagna verrà aggregata alle Marche. Le reti associative di secondo livello dovranno avere almeno 500 enti sul territorio: in questo modo verranno tagliate fuori molte associazioni o reti di volontariato che operano in Emilia-Romagna con merito”. Occorre, ha concluso, cambiare le cose”.

“Lo spirito che anima la nostra risoluzione – è poi intervenuta Marcella Zappaterra (Pd) – è lo stesso del collega Foti. Con la riforma del terzo settore è stato fatto un passo avanti, ma le associazioni più piccole devono essere maggiormente tutelate. L’esecutivo nazionale deve valorizzare l’autonomia organizzativa della rete dei Centri servizi per il volontariato, chiediamo quindi alla Giunta di intervenire al fine di conservare tale autonomia nel settore”.

Per Silvia Prodi (Mdp-gruppo misto) “il sistema emiliano-romagnolo deve fare sintesi per promuovere al meglio tutti i volontariati, mentre oggi rischia di essere autoreferenziale. I principi cardini del nostro modello devono essere aggregazione e innovazione, per favorire modalità organizzative più consone. Auspico una discussione più proficua nel merito della riforma”.

Relativamente all’attuazione della riforma è intervenuto in conclusione dei lavori il presidente Paolo Zoffoli: “Occorre partire da quelle che sono le esperienze consolidate e dai servizi che funzionano bene nonché decidere in base alle esigenze dei territori”. Così, ha aggiunto, “si rischio un salto nel buio”. Il tessuto associativo, ha poi ribadito “va invece tutelato”.

“Desidero sottolineare l’importanza che hanno per il volontariato piacentino le due risoluzioni approvate martedì 18 aprile dalla Commissione Politiche Sociali e Politiche della Salute dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna – commenta la presidente di Svep Laura Bocciarelli – risoluzioni che condividono le preoccupazioni che Svep, insieme alle associazioni, sta già da mesi dichiarando. L’autonomia e il radicamento territoriale sono due valori che non possiamo rischiare di perdere. Nei suoi primi vent’anni di attività il CSV di Piacenza – Svep ha lavorato per dare servizi alle associazioni del territorio, tenendo conto proprio delle caratteristiche sociali ed economiche di quest’ultimo. Ha già operato una riorganizzazione territoriale mantenendo un’unica sede a Piacenza e rafforzando le competenze degli operatori per ridurre il ricorso a consulenze esterne, concentrando le risorse a supporto del volontariato; ha favorito lo sviluppo di reti tra volontariato e soggetti pubblici e privati della comunità, per agire in modo più integrato e diffuso. Ora ci fa veramente piacere rilevare l’impegno del mondo politico in difesa dell’operato nostro e degli altri Centri presenti in regione e speriamo che il Governo sappia tener conto di queste istanze nella scrittura dei Decreti attuativi”.

“Autonomia alle Regioni per definire la rete dei centri servizi per il volontariato che operano a livello territoriale. È questo che il Pd sollecita in Emilia-Romagna attraverso una risoluzione da noi sottoscritta e approvata dalla Commissione Sanità e Welfare dell’Assemblea Legislativa” commentano i consiglieri regionali piacentini del Pd Gian Luigi Molinari e Katia Tarasconi.

“I centri servizi per il volontariato sono punti di riferimento essenziali e imprescindibili per centinaia di associazioni e migliaia di volontari che ogni giorno chiedono un supporto per definire progetti ma anche per la gestione, organizzazione e programmazione delle loro attività oltre che per i privati cittadini che desiderano impegnarsi nel volontariato. Lo SVEP, ovvero il Centro Servizi per il Volontariato di Piacenza, che conta 76 associazioni socie, nel 2016 ha festeggiato 20 anni di attività. Il nostro CSV, così come gli altri in Emilia-Romagna, garantisce un supporto fondamentale a un mondo vasto ma soprattutto prezioso in una comunità solidale ed inclusiva come la nostra”, sottolineano i consiglieri regionali. La riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, contenuta nella legge delega licenziata dal Parlamento nel 2016, prevede che i CSV possano essere gestiti non solo dalle organizzazioni di volontariato ma da tutti gli enti del terzo settore e che i servizi possano essere erogati a tutti gli enti del terzo settore che si avvalgono di volontari”. “I CSV avranno quindi una compagine più larga, nuove risorse e nuovi compiti. Tuttavia – evidenziano Molinari e Tarasconi – la legge delega prevede l’individuazione di aree vaste anche per i centri per il servizio al volontariato, superando il requisito della territorialità che anche la nostra disciplina regionale riconosceva. La direzione intrapresa è in sostanza quella della centralizzazione del sistema”.

A livello provinciale dovrebbero restare solo degli sportelli, mentre sono previsti accorpamenti di area fino a un milione di abitanti.

“È evidente che in molte realtà territoriali e tra le associazioni di volontariato più piccole, si è insinuata una forte preoccupazione. Ci siamo fatti portavoce delle istanze di questo mondo che svolge attività preziosissime sul territorio. La Regione Emilia-Romagna – garantiscono Molinari e Tarasconi – si attiverà in tutte le sedi più opportune, coinvolgendo il Governo e la conferenza permanente Stato-Regioni affinché sia garantita l’autonomia dei territori nell’organizzazione delle reti locali dei centri servizi per il volontariato; un patrimonio che non possiamo rischiare di indebolire”.