Vasto giro di spaccio, tra i clienti anche la “banda del grimaldello”: maxi operazione dei carabinieri e sette arresti

Professionisti, ben equipaggiati e con una rete di informatori davvero notevole. Erano le caratteristiche della cosiddetta banda del “grimaldello bulgaro” un’organizzazione dedita ai furti particolarmente attiva sul nostro territorio, così come nelle province limitrofe. Banda sgominata alla fine del 2014, al termine di un’operazione che aveva portato all’arresto di 8 persone e alla denuncia di altre 19. Un gruppo dedito alle razzie in case private, ma senza disdegnare qualsiasi obiettivo portasse profitto, persino case di riposo, ospedali, cambio oro. Una cinquantina gli episodi accertati da novembre 2013 alla fine delle indagini, avvenuti in città e provincia ma anche nel Lodigiano e nel Cremonese, per un bottino complessivo di centinaia di migliaia di euro.

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Durante le indagini su questa organizzazione i carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza avevano scoperto che i componenti consumavano sostanze stupefacenti provenienti da un unico ceppo, motivo per cui gli inquirenti hanno deciso di aprire un secondo filone d’inchiesta. Inchiesta iniziata nel 2014 e terminata nei giorni scorsi con l’arresto complessivo di altre sette persone.

Il primo a finire in manette è stato un 50enne di Fiorenzuola, fermato in auto in via Colombo a marzo 2014 e trovato in possesso di mezzo etto di cocaina e 17mila euro in contanti. A dicembre dello stesso anno la stessa sorte è toccata a Misku Iris, albanese trovato in possesso di una pistola rubata.

La svolta arriva nel 2015: i militari avevano scoperto che il gruppo sul quale stavano indagando aveva rapporti con alcuni trafficanti di Pavia e seguendo le orme di alcuni membri del gruppo sono riusciti a bloccare un corriere nell’area di sosta di Nure Sud, lungo l’autostrada A21. Nell’auto l’uomo, Emanuele Epifanio, stava trasportando 22 chili di marijuana.

Continuando a monitorare gli spostamenti dell’organizzazione i carabinieri sono riusciti a intercettare Misku Ylli, 40enne di origini albanesi intento a trasportare in auto tre chili di hashish: fermato lungo via Emilia Pavese, lo straniero è stato arrestato. Siamo a maggio 2015.

Mettendo a segno un arresto dietro l’altro, i carabinieri sono arrivati ad agosto 2015 con sufficienti elementi riguardanti i vertici del gruppo, in particolare quattro individui di origine albanese. Per loro la Procura ha così disposto un’ordinanza di custodia cautelare. Tra loro lo stesso Misku Ylli finito in carcere a maggio, mentre un altro è stato acciuffato poco dopo a Voghera, Hasibra Altin. Degli altri, invece, nessuna traccia. Per uno dei fuggitivi, Keci Herdet, la latitanza è però durata solo fino a settembre 2015, mentre l’ultimo, Irfan Yherej, considerato il capo dell’organizzazione, sembrava davvero sparito nel nulla.

Le indagini, però, non si sono fermate e gli inquirenti hanno rintracciato il fuggitivo nella città di Valona, in Albania. L’uomo, 36 anni, ricercato a livello internazionale, si era nascosto proteggendosi con nome finto, un alias, ma le informazioni raccolte sul suo conto dai carabinieri in collaborazione con l’Interpol hanno permesso agli investigatori di localizzarlo e indentificarlo con sicurezza. L’11 maggio scorso la polizia albanese ha raggiunto il 36enne nella sua abitazione: l’individuo ha tentato la fuga ma è stato costretto ad arrendersi.

Secondo i carabinieri era proprio il 36enne, Irfan Yherej il suo nome, il capo dell’organizzazione, una banda in grado di spacciare ingenti quantitativi di droga non solo a Piacenza ma anche a Novara, Alessandria e Pavia.