“Nei prossimi mesi, il territorio piacentino dovrà certamente affrontare alcuni argomenti “spinosi”, ma importanti per lo sviluppo economico di Piacenza o, quanto meno, per una sua tenuta”. Lo scrive in una nota Raffaele Chiappa, presidente di Unione Commercianti Piacenza.
“Infatti, sono in atto alcune aggregazioni oggi definite di area vasta che ci vedono in cordata con i cugini di Parma e Reggio Emilia. In particolare, è in corso una trattativa sull’aggregazione delle Camere di Commercio di Piacenza – Parma – Reggio Emilia, dove la nostra città pare non abbia elevata voce in capitolo, perché ha il minor numero di imprese iscritte al Registro Ditte dell’Ente Camerale. Quindi, in una tale situazione, certamente non potremo recriminare la sede di questa nuova Camera di Commercio unitaria, che sembra ormai certamente collocata a Parma perché ubicata in mezzo alle altre due province, così come la Presidenza ormai è data per scontata appannaggio di Reggio Emilia”.
“Sul fronte del turismo è nata la nuova formula della Destinazione Turistica che ci vede ancora legati a Parma e Reggio Emilia, con un copione più o meno simile a quello della Camera di Commercio unitaria, con sede a Parma e Presidenza a Reggio Emilia. In questa nuova struttura noi siamo presenti in “Cabina di Regia” con il nostro Capo Categoria degli Albergatori Ludovica Cella. Questi due interventi futuri di aggregazione, certamente sono il prologo per altre problematiche che, strada facendo emergeranno ed andranno ad incidere negativamente o positivamente, a seconda di come le affronteremo come Enti locali e come categorie economiche. Una di queste riguarda la nostra Università Cattolica del Sacro Cuore con la sua Facoltà di Agraria, e le altre Facoltà che negli anni si sono aggiunte”.
“La nostra Associazione, in tempi non sospetti, ha aperto una sottoscrizione volontaria tra i propri soci a favore dell’EPIS – Ente morale costituitosi nel 1948 per supportare l’Università Cattolica del Sacro Cuore nel suo insediamento a Piacenza che ha sostenuto e sostiene lo sviluppo del polo universitario piacentino – perché convinti che la presenza di studenti nella nostra città contribuisca a far crescere il giro di affari degli associati e di alcune categorie specifiche”.
“Questa nostra convinzione, ha trovato una conferma in uno studio elaborato dal Laboratorio Economia Locale e dall’Università Cattolica medesima dal quale si evincono alcuni dati significativi. Primo elemento significativo è la crescita del numero di studenti iscritti sia alla Cattolica che al Politecnico che si aggira attorno ai tremila, elemento questo che non è riscontrabile in tutte le altre città sedi universitarie. Importante, nello studio, è l’impatto economico dell’Università (Cattolica e Politecnico) sul territorio piacentino che è stato ricavato tramite la somministrazione di un questionario agli studenti delle diverse facoltà, con riferimenti e domande riguardanti le spese sostenute dagli studenti medesimi per vivere e per svolgere attività nel tempo libero dallo studio”.
“Fra le voci di spese più significative sono state inserite l’affitto, il vitto, i trasporti, i libri, il cinema, lo sport e gli spettacoli, a tutte queste voci riferite agli studenti sono state aggiunte altre voci riferite alle spese del personale delle Università per soddisfare degnamente le aspettative scolastiche degli studenti medesimi. A tutto questo occorre aggiungere anche altre spese che le due Università sostengono a vantaggio dell’economia locale e che, riguardano la gestione dell’immobile, le comunicazioni, il marketing, materiale ed attrezzature d’ufficio, stanziamenti a favore della ricerca, ecc”.
“Lo studio perciò evidenzia che le due sedi universitarie a Piacenza (Cattolica e Politecnico) generano spese per circa 23.000.000 di Euro in modo diretto che però generano, a loro volta, un effetto moltiplicatore che le eleva complessivamente a 68.500.000 Euro circa”.
“Detto ciò è evidente che la presenza delle Università a Piacenza produca impatti diretti di tipo economico ed effetti indotti, oltre naturalmente l’innalzamento del livello medio di qualificazione del capitale umano. Per quanto riguarda le categorie che noi rappresentiamo, alcune di queste traggono giovamento economico dalla presenza degli studenti universitari, per cui la malaugurata ipotesi di uno smantellamento del nostro polo universitario vorrebbe significare una grave perdita di fatturato per nostri associati”.
“Da qui l’impegno dell’Unione a continuare a raccogliere, in modo volontario dai propri associati, un contributo per il Polo universitario con l’intento di mantenere a Piacenza queste strutture scolastiche che certamente contribuiscono ad elevare il nostro benessere economico e, a far crescere una cultura più aperta e moderna”.