Una rete piacentina a Newcastle per parlare di gioco d’azzardo

A Piacenza c’è chi lavora da anni sul tema della gioco d’azzardo eccessivo e sulle famiglie travolte da questo problema: Alessandra Bassi, Fausta Fagnoni e Maurizio Avanzi, già impegnati da tempo sulla problematica, si sono uniti dal 2012 in una rete per sostenere i familiari dei giocatori che, nel tentativo di aiutare chi sta affondando, spesso vengono coinvolti essi stessi in un vortice di sfiducia e depressione.

Radio Sound

Le due counsellor, la prima referente del gioco d’azzardo patologico per la Cooperativa L’Arco e la seconda referente dell’Associazione La Ricerca, insieme al Dr Avanzi, Responsabile per la cura del disturbo da gioco d’azzardo per la A.usl di Piacenza, hanno partecipato come relatori sabato 10 novembre al primo convegno internazionale sul tema del lavoro con i familiari di chi ha una dipendenza, insieme a ricercatori ed esperti da 24 Paesi del mondo.

L’ “Addiction & the Family International Network (AFINet) – 1st International Conference” si è svolto a Newcastle(UK) da venerdì 9 a domenica 11 novembre e ha ospitato sabato il loro intervento “Supporting gamblers’ families in pacification paths: Passing through lies, manipulation and love bonds”.
Sul palco dei relatori al “The Great Hall” presso il Discovery Museum di Blandford Square, la Bassi, che ha parlato di come nelle famiglie dei giocatori d’azzardo parlare sia pericoloso: “tensioni enormi si trascinano per anni, e i danni relazionali sono gravi quanto quelli economici”. Per questo la rete piacentina propone percorsi di pacificazione per aiutare le famiglie a ricostruire relazioni più positive, lavorando in gruppo sulle menzogne, sul supporto sociale e sulle loro modalità di affrontare i problemi.

Il convegno ha dato loro la possibilità, oltre che di essere apprezzati per la qualità e l’unicità della loro relazione, anche di conoscere esperti internazionali sulle cui pubblicazioni si sono formati. È il caso ad esempio del canadese Joël Tremblay, esperto in terapia di coppia con i giocatori d’ azzardo, e del britannico Jim Orford, uno dei fondatori del metodo di counselling dei 5 passi, che nella plenaria conclusiva ha definito l’intervento piacentino come “molto interessante e particolarmente originale”.

Al convegno presente inoltre anche un’altra italiana, Daniela Capitanucci di AND (Azzardo e Nuove Dipendenze), che ha focalizzato l’attenzione sul trauma dei familiari di giocatori, messi costantemente sotto stress e in situazioni di incertezza.