Sulle tracce dei rapporti tra Roma e Piacenza che alla fine del ‘700 videro protagonisti Panini, Goethe, Angelica Kaufmann sotto l’egida del Papa Benedetto XIV, rivive al Teatro dell’Opera di Roma il capolavoro mozartiano Così fan tutte. Concepito dal regista inglese Graham Vick, lo spettacolo ricostruisce la vicenda delle due dame ferraresi Fiordiligi e Dorabella in una immaginaria aula di scuola ove i personaggi si muovono simbolicamente sulle note mozartiane (sottotitolo dell’opera è infatti “La scuola degli amanti”). Lorenzo da Ponte scolpisce un perfetto spaccato di società borghese attorno alle licenze amorose di due coppie di amanti tra i quali tutto è concesso: tradimenti, abbandoni, ricongiungimenti… Allo spettatore resta il fascino della musica stupendamente diretta dalla giovane direttrice Speranza Scappucci che si muove con leggiadria tra arie, concertati ed ariosi nell’impalpabile tessuto interiore di sentimenti ed impressioni. I luoghi evocati (il mare di Napoli, la partenza per la guerra di Ferrando e Guglielmo, sono richiamati da immagini proiettate sullo schermo). Il ‘700, grande protagonista dell’opera, ci riporta all’intera vita culturale romana che proprio in quell’anno, il 1790, presso l’Accademia di San Luca aveva visto sorgere il genio di Giampaolo Panini. Quella era un’atmosfera intangibile e perfetta ove arti e potere politico fiorivano e si sostenevano reciprocamente. A Roma era vissuto Goethe (1786-1788) e aveva glorificato la bellezza dell’arte classica nel suo viaggio in Italia. Così fan tutte rappresenta il trionfo della libertà in amore e della fugacità del sentimento stesso; proprio questo ha saputo esaltare la regia di Graham Vick giocata sull’effimero e sulla ricerca della felicità. La coralità dello spettacolo trae vita dalla perfetta coesione dei personaggi che vivono momento per momento la commedia dei sentimenti. Il “maestro” della vicenda è il filosofo cinico don Alfonso che si prende gioco dell’infedeltà delle donne: è il bravissimo Pietro Spagnoli. Determinata e pungente la voce di Fiordiligi (Federica Lombardi), appassionata e lirica la voce di Dorabella (Paola Gardina), svettante nel suo personaggio astuto e intrigante di Despina, il soprano Monica Bacelli. Innamorati nella loro complicità e duttilità scenica i due amanti Ferrando e Guglielmo rispettivamente Antonio Poli e Mattia Olivieri.
Lodevole è la concertazione di Speranza Scappucci che sostiene anche il ruolo di maestro al cembalo per i recitativi eseguiti al fortepiano. E’ un fluire delicatissimo della partitura che racconta dinamiche di una soggettività segreta espressa unicamente attraverso le infinite nuances della passione amorosa.
Immortale la musica di Mozart e straordinariamente attuale il singolare allestimento scenico a firma di Samal Blak.
Maria Giovanna Forlani
24 gennaio 2017